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Grande concentrazione di salme: una proposta per la Sicilia e per l’Italia

Di fronte all’incessante e biblico esodo dall’Africa e dal Medio Oriente che sbarca ogni giorno sulle coste italiane e in particolare in quelle siciliane, di fronte all’incalcolabile numero di vittime che ogni giorno occorre registrare, incasellare e gestire dal punto di vista funerario, ecco una proposta. Quella di erigere un sacrario nella provincia Iblea. Tra Ragusa, Scicli e Marina di Ragusa, collocato in alto in modo che possa essere visibile percorrendo le provinciali che collegano i centri di quel fazzoletto di terra. Dovrà essere un nuovo Redipuglia, un nuovo Monte Grappa. I materiali, durevoli, saranno i migliori possibili. La pietra di Comiso, bianca e calda, ne rivestirà i gradoni. Sulla sommità, poi, il Cristo Pigiatore. I problemi, oggi come ieri, sono sempre quelli: da una parte è necessario risolvere un’emergenza di spazi, dall’altra è necessario costruire un monumento che sappia, appunto, ammonire, destare le coscienze non solo dei locali, non solo degli italiani ma soprattutto quella di tutti i cittadini europei e occidentali più in generale. L’Occidente sviluppato è sempre più consumato che consumista ed è, soprattutto, ormai del tutto privo di una politica e di una strategia a lungo termine. E dato che sarà sempre più difficile trovare un loculo per ogni vittima dei viaggi della speranza, l’unica soluzione per tributare loro la giusta attenzione è quelle di riunirle in un unico luogo, conservandone attraverso il sacrario l’individualità. All’interno, infatti, ci dovranno essere tante stele quanti sono i caduti. E se il sacrario eserciterà memoria collettiva, a ogni piccola lapide sarà affidata quella individuale, personalissima. A identificare ogni lapide oltre al nome dell’immigrato caduto, il simbolo della UE.
Sarà una vera e propria attrazione. Meglio ancora della Venere di Morgantina e dei templi di Agrigento. Se il Giglio ha fatto il pieno anche fuori stagione per una Costa Concordia spiaggiata, ci sarà da aspettarsi un turismo tutto l’anno in quel dei monti Iblei. Un pellegrinaggio “laico” e “civile”, ovvio. E ovviamente, tutti quelli che si ammutoliranno in raccoglimento, al momento di uscire non potranno resistere al desiderio di un selfie mentre urlano Presente!

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