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Quella guerra dimenticata e l’ambiguità italiana

C’è un conflitto antico e mai sopito di cui si parla sempre (troppo) poco. E’ quello che vede vittima il popolo armeno e protagonista il territorio del Nagorno-Karabakh. La minaccia viene dallo Stato potente (in quanto ricco e ben armato) dell’Azerbaijan. Per evitare nuove guerre, la comunità internazionale si è affidata alla mediazione Osce con la leadership di tre Paesi quali Stati Uniti, Russia e Francia.

Nonostante gli sforzi diplomatici, proprio in questi giorni in cui l’attenzione dei media è tutta concentrata sulle vicende di Gaza, dell’Iraq e dell’Ucraina, si registrano nuovi violenti scontri con già diversi morti. A dare il senso della gravità della situazione ci ha pensato lo stesso presidente azero che via twitter ha annunciato di essere pronto ad invadere la regione armena distruggendone la capitale. Basterebbe questo per rabbrividire ma, siccome oltre al danno c’è spesso anche la beffa, ecco spuntare il ruolo dell’Italia.

Come già raccontato da Formiche.net, il nostro Paese spiccherebbe quale nuovo (e unico) alleato europeo di Baku su questo davvero brutto dossier. Pur avendo chiesto una smentita della Farnesina, nessun rappresentante istituzionale italiano ha ritenuto di dover fare chiarezza ma adesso il gioco si fa ben più pesante ed esiste la prospettiva tragica che le armi prendano il posto dei comunicati stampa. Davvero il Paese che presiede il semestre europeo vuole essere parte di una guerra? Se lo chiede anche il settimanale Panorama. Noi confidiamo ancora che possa venire dal ministro Mogherini una ferma e incontrovertibile smentita.

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