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Lo stato è il nostro nemico

 

Lo avevo già scritto alcuni sei mesi fa: lo stato è sempre il Leviatano descritto dal filosofo della politica inglese (http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2014/2/26/IL-FATTO-Se-lo-Stato-assassino-da-fuoco-a-un-barista-di-Monza/472799/).

Thomas Hobbes, nel 165, quasi quattro secoli fa. Di più, Hobbes ci va giù pesante: il Leviatano, lo stato (basta con la maiuscola, oltraggiosa verso i cittadini contribuenti), è un “deus mortalis”. Esiste un “dio mortale”? Sì, esiste: è lo stato.

Carmelo Bene aveva genio da vendere e stigmatizzava così, con sarcasmo che oggi, ai tempi di Rossella Orlandi, neo direttore della polizia fiscale di stato, anche detta agenzia delle entrate, sarebbe non solo da censurare, ma da considerare materia da codice penale: “Lo stato è stato”. E’ solo il participio passato del verbo “essere”: magari! E’ tutto quello che un cittadino, sentendosi suddito, non può dire in pubblico, per paura appunto di ritrovarsi inquisito dall’oggi al domani, ma che in realtà tutti – anche chi nello stato ci lavora – pensano: lo stato è il nostro nemico. Scontenta tutti, perché tutti pagano tra il 48 e il 54% lordo di tasse, anche chi nel Leviatano ci lavora e, trovandosi ricattato dallo stipendio, deve stare zitto. Un dramma che merita tutto il sarcasmo di Carmelo Bene, dunque.

Come sappiamo, la Orlandi, nuova di zecca nel gabinetto di guerra del fisco armato contro di noi, ma anche novella gaffeur, si lancia nell’anatema sul cattolico che prima evade e poi si confessa, certo di trovare il bravo prevosto che gli ammolla l’assoluzione e chi s’è visto, s’è visto.

Ci ha pensato Antonio Socci a rimettere a posto le cose dal punto di vista analitico, culturale, storico e perfino dottrinale (visto che i preti ormai studiano Freud, che non legge più nessuno, e la morale sociale, che vuol dire lo statalismo imbevuto di acqua santa), e richiamo qui il link all’articolo su “Libero” del 3 agosto: http://www.antoniosocci.com/2014/08/il-cattolicesimo-produce-evasori-nientaffatto-ed-e-anzitutto-lo-stato-che-viola-il-patto-sociale/?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+LoStraniero+%28Lo+Straniero+-+Il+blog+di+Antonio+Socci%29.

A me preme ora dire due cose semplici: 1) a questo punto, la posizione dei cattolici ortodossi – non quelli di cui sopra – può legittimamente spostarsi e perfino sposarsi con quella di certi acuti libertari anti-stato, come l’americano Albert Jay Nock, autore, tra l’altro, del saggio: “Lo stato è il nostro nemico”. Perché il pensiero cattolico segue la storia nei suoi dinamismi reali e dunque da Leone XIII ad oggi abbiamo avuto un bagno di sangue, il che giustifica largamente questa radicalizzazione di posizione; 2) lo stato è, in qualche modo, sempre come il Leviatano di Hobbes, cioè un mostro totalitario, e un altro autore, Jacob Talmon, storico israeliano di origine polacca, scrisse quasi cinquant’ anni fa di un fenomeno definito “democrazia totalitaria”, cioè l’Italia di oggi in mano al nuovo Leviatano, composto anche da quel gabinetto di guerra anti-cittadino diretto dalla D.ssa Orlandi, l’agenzia delle entrate (nostre, perché le uscite non legittime e mai stabilite con certezza sono quelle dello stato: cfr. il sito della ragioneria generale dello stato, uno spettacolo di pop-statistica, un mare di roba da far andare ai matti anche i tecnici del FMI: http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/): tradotto, ancora una volta lo stato è considerato come un dio mortale, sì mortale, cioè soggetto a morire, ma che, prima di tirare le cuoia, ammesso e non concesso che ciò avvenga, se ne porterà molti nella tomba.

Dunque: svegliarsi dal sonno dei morti che camminano e compulsare anche un pò di San Tommaso d’Aquino – perfido cattolico di ceppo geniale – non farebbe male; per lui e per la Chiesa – mi spiace ancora una volta per la D.ssa Orlandi, tasse e imposte oltre la soglia complessiva del 33% costituiscono un furto o, per dirla con l’altro celebre libertario ebreo, Rothbard, una “rapina” (“robbery”), guarda caso proprio quanto dicono i contribuenti che producono ricchezza e per ciò sono vessati dal “dio mortale” e, oggi come oggi, dicono anche i meno ricchi, ma non meno tartassati, in proporzione, perfino alla fonte, in busta paga (gli statali, parastatali e affini). Una rapina, un furto…

Sì, appunto, tutto questo e anche di più. Lo stato è stato. sì, ma quando?.

 

 

 

 


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