Stato e futuro dell’Europa economica si possono comprendere se si leggono le parole dette ieri a Lindau da Angela Merkel e da Joseph Stiglitz che più agli antipodi non possono essere e per questo chiariscono la portata delle sfide dell’Unione europea.
Ecco quello che il premio Nobel dell’Economia, Stiglitz, ha detto oggi al quotidiano Repubblica dalle rive del lago Lindau, in Germania, che ospita l’annuale raduno dei premi Nobel e da 400 giovani economisti provenienti da 80 Paesi diversi.
STAFFILATA ALLA GERMANIA
“La Germania doveva avviare politiche espansionistiche, dal varo di infrastrutture paneuropee a un aumento dei salari per stimolare la domanda, finché era in tempo. Ma ormai si è fermata: imputet sibi, dicevano i latini. A forza di bloccare lo sviluppo, Berlino paga le scelte che ha imposto all’area euro. È stato fatto un incredibile numero di errori. Rischiate una fuga di capitali dall’intera area di proporzioni mai viste”.
QUESTIONE EURO
“Ormai l’euro c’è, smantellarlo avrebbe costi proibitivi. Ma perserverare con queste politiche è drammatico. Già è sicuro che per l’Europa questo sarà un decennio perduto, se non si cambia strategia diventerà un quarto di secolo. C’è chi ostenta il recupero spagnolo: ma un Paese con la disoccupazione al 25% di che ripresa parla? E un continente dove la media è del 12% perché non abbandona l’austerity e vara un grande piano di investimenti pubblici e di sostegno a quelli privati?”.
SCUDISCIATA ALLA BCE
“La Bce ai tempi di Trichet ha fiancheggiato la politica tedesca con tutte le sue rigidità. Ora Draghi dà segni di indipendenza ma la Bundesbank gli limita i movimenti. Speriamo che partano i prestiti “pro crescita” a sostegno delle imprese minori, e che l’unione bancaria proceda più velocemente estendendosi a un sistema di garanzie e di assicurazioni per i correntisti. Ma non basta: la Bce deve lanciare il quantitative easing, e perciò bisogna varare in fretta i sospirati correttivi statutari che l’avvicinino alla Fed, e poi deve organizzare il sistema degli eurobond, l’ultima ancora per salvare l’euro. La Germania parla tanto di solidarietà: ecco la prova che deve dare“.
IL MERKEL PENSIERO
E la Merkel? Che cosa ha detto la Cancelliera ieri sempre a Lindau? E’ utile leggere Marcello Bussi su Mf/Milano Finanza: “Merkel si è scagliata contro quei Paesi di Eurolandia che ignorano i moniti di Bruxelles e della Bce e continuano ad avere deficit più grandi di quelli consentiti dal Fiscal Compact, ovvero Francia e Italia. La Merkel si è spinta a dire che la vacillante crescita di Eurolandia è la diretta conseguenza dell’incapacità di punire gli Stati che non rispettano gli obiettivi fissati da Bruxelles”. Conclude Bussi: “Poiché nel secondo semestre il Pil della Germania ha subito una contrazione dello 0,2% qualcuno aveva pensato che il dato avrebbe costretto Berlino ad allentare le maglie dell’austerità. Le dichiarazioni della Merkel di fronte ai premi Nobel fanno però presagire l’opposto”.