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Mogherini non ci sta e replica all’asse Francia-Inghilterra-Germania su Gaza

Sarebbe presuntuoso affermare che il ministro degli Esteri italiano abbia letto il duro editoriale di Formiche.net e abbia scelto di intervenire per replicare all’accusa, peraltro rivolta alla UE più che a lei stessa.

La notizia che Francia, Inghilterra e Germania avessero redatto una loro nota congiunta senza il coinvolgimento degli Paesi dell’Unione e neppure dell’Italia che dell’Europa è presidente in questo semestre aveva suscitato il commento di Formiche.net. L’editoriale chiedeva che ci fosse una reazione formale e questa c’è stata. Dopo qualche ora la Farnesina ha diffuso una nota di Federica Mogherini secondo cui è necessario che sulla crisi di Gaza, l’Iraq e la Libia l’Unione europea adotti una posizione comune.

“E’ bene che sul dramma di Gaza ogni Paese si mobiliti, come hanno fatto Germania, Francia e Gran Bretagna, e come ha fatto e sta facendo anche l’Italia negli incontri di queste settimane, nei costanti contatti con tutti gli attori della Regione, e con i contributi della cooperazione” ha detto. “Ora deve essere l’Ue nel suo complesso a farsi promotrice di un’azione comune e premere per un cessate il fuoco che porti a trattative per una tregua duratura e finalmente a una soluzione definitiva del conflitto”, ha proseguito il ministro, “ma anche per iniziative comuni sulla Libia e sull’ Iraq. Per questo credo che sarebbe opportuno convocare al più presto un Consiglio Affari Esteri dell’ Ue. Già martedi, al Comitato politico e di sicurezza dell’Unione che si riunirà a Bruxelles, lavoreremo affinché siano tutti e 28 i paesi a esprimersi insieme” ha aggiunto, “ma serve che delle crisi che stanno infiammando tutta l’area del Mediterraneo si occupino direttamente, e insieme, i ministri degli Esteri dell’Ue”.

Le parole della Mogherini hanno il linguaggio della diplomazia ma danno bene il senso di uno scarso apprezzamento per l’iniziativa della nuova autoproclamata Triplice peraltro limitata al solo caso di Gaza.

Ora si attende che all’incontro di martedì a Bruxelles citato dal ministro possa giungere una posizione corale e soprattutto efficace. Hamas e Israele infatti non pare che abbiamo preso molto sul serie l’appello di Parigi, Londra e Berlino.


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