L’ avanguardia della produzione di rinnovabili è nel Regno Unito: in Scozia inizieranno i lavori della più grande centrale di conversione di energia delle maree.
Non mancano le innovazione tecnologiche in fatto di produzione energetica ed in particolar modo in fatto di fonti rinnovabili. Molti consumatori si sono già dotati di impianti per creare e distribuire energia nelle proprie abitazioni secondo gli standard di sostenibilità ambientale. Per conoscere le opportunità offerte dalle fonti di energia alternativa si possono confrontare le offerte di Enel Energia, Eni, Edison e altri operatori del settore al fine di trovare la tariffa migliore per le proprie necessità.
Mentre in Italia crescono le polemiche relative ai tagli degli incentivi per gli impianti di produzione delle rinnovabili ad opera del Decreto di Competitività, a Pentland Firth (lungo le coste scozzesi) si progetta la costruzione di una centrale sottomarina che sfrutti l’energia di onde e maree. Non solo si tratta di uno degli impianti energetici europei più grandi, ma anche di una delle prime centrali al mondo che mira a istallare delle turbine sui fondali marini. Il progetto appartiene all’azienda Atlantis Resource che, grazie ad un finanziamento di 50 milioni di sterline, ha intenzione di erigere un impianto da circa 400 W.
Bisognerà attendere la fine del 2014 per vedere l’inizio dei lavori, oltre alle turbine sommerse è previsto anche un centro di conversione dell’energia su terra e una serie di lavori di collegamento alla rete elettrica locale. Anche la Francia, che vanta il 20% in più di flussi delle maree rispetto al resto d’Europa ha iniziato il suo percorso verso lo sfruttamento dell’acqua marina per produrre energia con un investimento di circa 200 milioni di euro.
La possibilità di estrarre energia dal mare era conosciuta già 100 anni fa ma solo recentemente, complici il riscaldamento globale e l’esaurimento di combustibili fossili, è cresciuto l’interesse nei confronti delle possibili applicazioni dell’energia proveniente dal mare.
Gli scienziati sono al lavoro anche in Italia per valutare quali siano i siti più appropriati a sfruttare onde, maree e correnti. Ad occuparsene è la società Enea, in collaborazione con l’Università degli studi di Napoli “Federico II”, fiduciosa nella possibilità di produrre energia senza ricorrere ad interventi invasivi per l’ambiente.
Tra gli aspetti da valutare in merito all’impatto sul territorio occorre ricordare le possibili interferenze di simili impianti con la navigazione, la pesca, le esigenze di ordine militare. Di contro è possibile che questo tipo di dispositivi possano avere ripercussioni positive sull’ambiente ad esempio in prossimità di zone in cui vige il divieto di pesca, creando situazioni favorevoli al proliferare di molluschi e altre forme di vita.