La fiducia dei consumatori è calata più del previsto ad agosto, a 101,9 da 104,4 di luglio. È
la terza flessione consecutiva, che riporta l’indice al di sotto della media storica (104,1) e ai
minimi da sei mesi.
• Come il mese scorso, il calo è generalizzato ma riguarda più le valutazioni sul clima
economico generale (ai minimi dallo scorso febbraio) che la condizione personale degli
intervistati (comunque ai minimi da marzo). Nonostante il tasso dei senza lavoro abbia
mostrato un marginale calo di recente (a 12,3% a giugno dal picco di 12,7% toccato lo scorso
novembre), le famiglie sono più preoccupate circa la situazione del mercato del lavoro:
continuano a risalire (per il terzo mese consecutivo, dopo il deciso calo dei 12 mesi precedenti)
i timori sulla disoccupazione (a 56 da 53 di luglio, e dal minimo di 43 toccato a maggio).
• In merito alla situazione economica dell’Italia, peggiorano sia i giudizi sulla condizione
corrente che le prospettive future: in particolare queste ultime tornano in negativo, ai minimi da
febbraio, dopo il deciso rimbalzo dei mesi primaverili. Peggiorano anche le attese sulla
situazione economica delle famiglie; in marginale miglioramento invece la condizione corrente,
nonché i giudizi sul bilancio famigliare. Diminuiscono anche le possibilità sia attuali che future
di risparmio, e soprattutto le opportunità di acquisto di beni durevoli. Risalgono ancora (per il
terzo mese consecutivo) le attese sull’andamento dei prezzi al consumo (che tuttavia restano
negative, a -21 da -25 precedente): un segnale che, se non altro nelle aspettative delle
famiglie, il rischio deflazione non va aumentando; torna a calare invece (a 1 da 9) il saldo
relativo all’andamento dei prezzi negli ultimi 12 mesi.
• In sintesi, la correzione degli ultimi tre mesi ha in pratica annullato i progressi che la
fiducia dei consumatori aveva fatto in primavera (che peraltro non si erano riflessi in un
aumento della spesa delle famiglie). In altre parole, sembra “evaporato” l’impatto
dell’annuncio (e della successiva implementazione) del taglio Irpef; in tal senso, un ruolo
potrebbe essere stato giocato dai timori della necessità di una correzione fiscale con la
prossima Legge di Stabilità. A determinare la flessione estiva infatti, più che un
deterioramento della situazione personale degli intervistati, è il rientro delle aspettative di
ripresa dell’economia che si erano materializzate in primavera. Il calo di agosto potrebbe
anche essere stato condizionato dall’effetto negativo del clima (su turismo e agricoltura).
• Il dato a nostro avviso non intacca la possibilità di un ritorno in territorio (lievemente)
positivo del PIL nel trimestre in corso, segnala però che non è dai consumi (ma semmai dagli
investimenti) che è lecito attendersi un (modesto) recupero congiunturale. Il clima non è
ancora maturo per una significativa ripresa della spesa delle famiglie, evidentemente
frenate dalla persistente incertezza nonostante il recente rimbalzo dai minimi del reddito
disponibile reale.