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Boom di Tweet sul referendum in Scozia. Il dibattito politico globale si fa “cinguettando”

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Il Regno resta Unito. È questo l’epilogo del referendum più atteso degli ultimi tempi. Quello per l’indipendenza della Scozia, che ha visto schierarsi per “no” il 55,42% e per il “sì” 44,58% degli aventi diritto al voto. Tra il sospiro di sollievo del primo ministro inglese David Cameron per il pericolo scampato e gli sbuffi del leader indipendentista Alex Salmond che ha incassato una sconfitta a dir poco amara, un dato ha lasciato tutti quanti a bocca aperta: quasi l’85% dei cittadini scozzesi si è recato alle urne. Una partecipazione record.

E record  è stato anche il movimento di opinione pubblica mondiale sui social network. In particolare su Twitter. Dall’apertura delle votazioni avvenuta giovedì alle 08.00 (ora italiana), fino alle 08.00 di venerdì mattina (ora italiana), gli utenti Twitter hanno condiviso 2.603.497 cinguettii, nell’ambito di una campagna che ha catalizzato l’attenzione del mondo intero.

Picchi di Tweet

Quando il risultato è stato finalmente confermato, le persone hanno continuato a usare Twitter sia per festeggiare che per manifestare la loro delusione, fino a generare un picco di 5.212 Tweet per minuto (TPM). Si tratta del più alto picco dall’inizio dell’intera campagna, che ha battuto quelli registrati durante i dibattiti del 5 agosto (2.019 TPM) e del 25 agosto (2.213 TPM).

In questa grafica realizzata da @TwitterReverb è possibile scoprire come siano aumentate le menzioni del ‘No’ subito dopo l’annuncio del risultato.

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Non appena confermata la notizia, i leader politici di entrambi gli schieramenti hanno usato Twitter per comunicare con i loro follower in Scozia e non solo. Allo stesso modo, altre voci celebri hanno voluto condividere il loro pensiero in 140 caratteri:

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Affluenza record

Con un affluenza dell’84,6% e oltre 3 milioni di voti, questo referendum è stato sicuramente molto sentito. Sia la campagna per il ‘Sì’ che quella per il ‘No’ si sono giocate su Twitter, così come le iniziative neutrali (come ad esempio quella dello Scottish Youth Parliament, #YourVoteMatters).

Twitter si conferma dunque la piattaforma di dibattito globale in cui politici e cittadini si incontrano per discutere e trattare questioni di natura politica, senza alcun tipo di barriera. Di seguito alcuni dati e statistiche (aggiornati al 19 settembre 2014 alle 00:27 ora italiana)che mostrano come il dibattito #IndyRef si sia sviluppato su Twitter .

A partire dal primo dibattito televisivo sull’#IndyRef del 5 agosto, sono stati condivisi più di 7 milioni di Tweet sul referendum con i sostenitori di entrambe le posizioni che hanno utilizzato Twitter per far sentire la loro voce. Dal 5 agosto sono stati 1,55 milioni i Tweet che hanno menzionato hashtag relativi al ‘Sì’, rispetto ai 500.000 collegati al ‘No’. Una differenza di oltre un milione di Tweet fra le due posizioni.

Gli hashtag più twittati (dal 5 agosto) sono stati:

1. #IndyRef: 3,75 milioni

2. #VoteYes: 1,1 milioni

3. #Scotland: 439.000

4. #ScotDecides: 272.000

5. #BetterTogether: 224.000

Questa mappa interattiva dei Tweet con geolocalizzazione mostra la natura globale del referendum, con una conversazione sul ‘Sì’ e sul ‘No’ che è andata ben oltre i confini della Scozia.

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E’ anche possibile vedere come i Tweet contenenti l’hashtag #IndyRef e altri termini ad esso associati siano stati twittati in tutto il mondo nel corso dell’intera campagna. Questa infografica interattiva di @TwitterReverb mostra l’andamento delle conversazioni sull’ #IndyRef per tutta la giornata del voto, durante la quale le persone si sono riversate su Twitter per condividere il proprio punto di vista e discutere della propria decisione.

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Il Tweet più retwittato

Il Tweet più retwittato sulla giornata del referendum è stato pubblicato da @Andy_Murray, che ha voluto condividere la propria posizione con i suoi 2,7 milioni di follower. Il Tweet ha ottenuto oltre 19 mila Retweet e oltre 14 mila preferiti:

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Il referendum è stato anche l’occasione in cui – per la prima volta nella storia – nel Regno Unito anche i minori di 18 anni hanno potuto esprimere il proprio voto su un’importante questione nazionale. Lo Scottish Youth Parliament ha utilizzato Twitter per promuovere l’attività di voto nella fascia di età 16-24 con l’hashtag dell’iniziativa #YourVoteMatters, che è stato nei trending topics durante tutta la giornata di voto.

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di Alma Pantaleo

 

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