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Consigli non richiesti ai magistrati

Pubblichiamo grazie all’autorizzazione del gruppo Class Editori e dell’autore, l’articolo di Riccardo Ruggeri uscito sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi

Cari amici magistrati,
non mi rivolgo certo a tutti i magistrati italiani, ma solo a voi, cinque amici che di mestiere fate i Procuratori, i Sostituti, i Presidenti di Tribunale, con i quali ho rapporti profondi di stima e di affetto. Apro una parentesi per i lettori. Essere amico di un magistrato, vi assicuro, è faticoso, non puoi parlare con altri di questa amicizia, men che meno vantartene, perché potresti danneggiarlo, non puoi parlare con lui di altri tuoi amici, raccontando episodi che per te, “laico”, sono curiosità, al limite comportamenti leggeri, mentre per lui potrebbero essere imbarazzanti notizie di reato, e così via su un’infinità di altri aspetti. Quello con i magistrati amici è un rapporto d’amore, ove il sesso è vietato. Frequentandoci da anni, loro conoscono la mia posizione verso la magistratura: uno degli aspetti della vita sociale e della politica, sul quale ho idee chiare. Chi leggerà il mio libro Fiat, una storia d’amore (finita), al capitolo “Fiat in catene” coglierà la mia posizione sulla ormai mitica stagione di “Mani Pulite”, sulla quale, dopo vent’anni, non ho certo cambiato parere, anzi. Chiusa parentesi.

Cari amici, mi riferisco agli orrendi (ma corretti) titoli di giornali, del tipo “Magistrati contro la riforma della giustizia”, o peggio “Le accuse stonate dei magistrati”. A mio parere, voi non dovreste permettere che parlino, a vostro nome, colleghi “sindacalisti”, perché temo non abbiano ancora capito come si muove il Premier. Il suo ritornello è noto: “noi cambieremo l’Italia”. Dove il noi sta per io, perché l’uomo è troppo sveglio per non sapere che il mitico 40,8% dei suoi elettori lo segue, a condizione che i sacrifici li facciano il rimanente 59,2%. Non essendo “strutturato” per cambiare nel profondo il paese (in verità, impresa immane), che fa? Per ogni area del vivere civile coglie un “fiore del male” (di alto impatto emblematico-mediatico, ma irrilevante nella sostanza), e su quello picchia duro, a volte pure con toni da bullo.

Auto blu? Via! Vendere! Ma gli autisti blu li tiene. Lo stipendio dei senatori? Via, e via pure i senatori eletti! Ma si guarda bene dal disturbare gli 819 alti funzionari che costano 5 volte tanto. “Tetto” sugli stipendi oltre i 240.000 ? “Io ci metto la faccia!” poi scopri che i “colpiti” sono quattro gatti. Confermati invece tutti i 3-4.000 super burocrati, il vero cancro del Paese. (Avete notato? I superburocrati si sono fatti scivolare addosso i suoi insulti, non cadono nella trappola, tacciono in attesa del mitico “adda passà ‘a nuttata”, tanto sanno che senza di loro, lui e i suoi lupetti, sono impotenti). Dovreste fare altrettanto voi magistrati: profilo basso sulle banalità, difesa alta sui valori.

Un consiglio, in amicizia, siate voi a chinare il capo su ferie, stipendi, chiusura dei tribunali. L’uomo è un politico vero, cioè un attore, per 365 giorni recita (bene) la stessa operetta, pretende però di essere applaudito ogni sera, assecondatelo. Fate di più: sciogliete l’Anm, inutile, così come Cgil-Cisl-Uil e Confindustria Roma. A questo punto, cesserete di essere una corporazione, poco amata dai cittadini e diventerete i “difensori civici” delle classi medie e povere (le élite sono tali perché, come ben sapete, non hanno bisogno della magistratura, anzi per loro è un fastidio, tanto fra loro trovano sempre la quadra).

Per noi cittadini, in questa drammatica fase storica, i problemi sono i politici, i superbanchieri, i supermanager, i superburocrati nostrani ed europei, che perseguono la nota strategia che molti fingono di non vedere: “impoverire la classe media, sedare quella povera”, che ci porterà alla povertà e alla progressiva perdita della libertà. Costoro, essendo dei vigliacchi, non hanno scrupoli su nulla, però hanno una paura fottuta della galera, voi magistrati siete gli unici loro nemici, per cui le tenteranno tutte per “sedarvi”, come sono riusciti a fare nei paesi anglosassoni. Colà hanno addirittura creato i cittadini di serie “A” (superbanchieri e supermanager; a proposito, oggi è il sesto anniversario del crack, ma Richard Fuld, Ceo di Lehman, anziché marcire in galera è stato perdonato: paese osceno gli Stati Uniti) e di serie “B” (tutti gli altri, i soli per i quali vale il codice penale).

Un suggerimento. Al vostro posto proporrei di rinunciare all’istituto della “obbligatorietà dell’azione penale” (per me liberale, un aspetto culturalmente osceno) salvo, ovviamente, i reati riconducibili al terrorismo e alla criminalità organizzata, purché si equiparino a questi i reati finanziari ed economici. Noi cittadini comuni e perbene abbiamo bisogno di essere protetti dai criminali, sia quelli che vivono nelle periferie degradate, sia quelli, molto peggiori, che vivono nei centri storici, nelle ville collinari o lacustri, nei casali ristrutturati.

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