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Grandi opere, la proposta M5s: ricognizione e débat public

Una consultazione pubblica “per la realizzazione delle opere infrastrutturali di rilevante impatto ambientale, sociale ed economico, al fine di individuare le soluzioni ottimali e di promuovere l’accettazione sociale da parte delle collettività locali interessate dalla realizzazione”.

È il Débat Public in salsa 5 stelle, contenuto in una proposta del Movimento (a firma Andrea Cioffi e attualmente al vaglio degli iscritti M5s), di cui Public Policy è in possesso. Non solo: la pdl (due articoli in tutto) punta a mettere nero su bianco il principio della ricognizione (con tempistica e scadenze) delle opere ricomprese nel Programma delle infrastrutture strategiche.

LA RICOGNIZIONE: COME FUNZIONA, CHI LA FA Innanzitutto riguarda “la rete stradale, autostradale e ferroviaria, la rete fognaria, la rete idrica ed elettrica, le strutture portuali ed aeroportuali, contenuti nel Programma delle infrastrutture strategiche di cui all’art 1 della legge 21 dicembre 2001, n 443”. Entro dieci mesi dall’inizio della ricognizione, prevede la proposta M5s, sarà il ministro delle Infrastrutture (dopo aver sentito gli enti locali e le commissioni parlamentari) “a definire un aggiornamento dell’elenco di opere da finanziare”.

VERIFICA TECNICA ENTRO SEI MESI “Nei casi di opere le cui procedure di affidamento dei lavori non risultino avviate o concluse o di cui non risulti l’effettivo inizio dei lavori, i piani economico-finanziari dei progetti di investimento e l’analisi di sostenibilità delle medesime opere, nonché, ove richiesta, l’analisi dei rischi, sono sottoposti a verifica tecnica degli organismi indipendenti di valutazione individuati dai ministeri interessati”. Il completamento della verifica tecnica deve avvenire entro sei mesi, nel frattempo i lavori saranno sospesi.

STATO DELLE OPERE: QUANDO SI CONTINUA, QUANDO NO Nei casi di opere i cui lavori di realizzazione, avviati, risultino in stato di avanzamento in misura inferiore al 20%, si legge nella proposta, “si procede alla prosecuzione dei lavori solo previa sottoposizione dei piani economico-finanziari delle medesime opere, accompagnati da una completa e dettagliata analisi dell’intervento che attesti la sostenibilità dell’investimento e i profili di rischio”. Il tutto va fatto entro 4 mesi.

Nei casi di opere i cui lavori di realizzazione, avviati, risultino in stato di avanzamento in misura pari o inferiore all’80%, dopo le verifiche del caso “può essere disposto il completamento” o “l’individuazione di varianti progettuali a più basso costo, nonché” lo stop all’opera. Nei casi di opere i cui lavori di realizzazione, avviati, risultino in stato di avanzamento in misura superiore all’80%, si legge ancora, “si dispone l’ultimazione dei medesimi lavori, previa valutazione degli eventuali scostamenti rispetto agli obiettivi e agli indicatori previsti nella documentazione di programmazione e progettazione”.

COSA SUCCEDE AI CONTRATTI Alla data di inizio della verifica tecnica e fino alla definizione dell’elenco aggiornato delle opere ricomprese nel Programma delle infrastrutture strategiche, “tutti gli effetti dei contratti stipulati connessi alla realizzazione dell’opera sono sospesi”. In caso di stop all’opera, si legge nella proposta Cioffi, decadono “tutti gli atti e i rapporti contrattuali stipulati”, con il solo “riconoscimento del pagamento dei lavori eseguiti”, dei materiali utilizzati e “del 10% dei lavori non eseguiti, fino a quattro quinti dell’importo del contratto”.

IL RUOLO DEL WEB La proposta dei 5 stelle non poteva non avere una parte dedicata all’online: “Al fine di assicurare la partecipazione del pubblico nel procedimento di elaborazione, di modifica e di riesame delle infrastrutture strategiche da finanziare prima che vengano adottate decisioni sulle medesime opere, entro 45 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il ministro delle Infrastrutture mette a disposizione, attraverso la pubblicazione sul proprio sito web, il piano economico-finanziario dell’opera e gli elaborati connessi”. Entro altri 45 chiunque potrà così presentare osservazioni o pareri in forma scritta.

DIBATTITO PUBBLICO A 5 STELLE Sarà il Documento di economia e finanza (Def) a individuare “l’elenco delle opere infrastrutturali di impatto significativo sotto il profilo socio-economico, ambientale o dell’assetto del territorio, sulle quali attivare la procedura di consultazione pubblica”.

A essere sottoposte alla procedura di consultazione pubblica (che si svolgerà nella fase iniziale dell’iter di individuazione delle caratteristiche dell’opera e non durerà più di 180 giorni) potranno essere anche altre infrastrutture, “qualora ne facciano richiesta il soggetto aggiudicatore” o “un consiglio regionale” o “un numero di consigli comunali rappresentativi di almeno 200mila abitanti” o “30mila cittadini residenti nel comune o nei comuni interessati”.

DALL’ALTA VELOCITÀ AI RIFIUTI: DI QUALI OPERE PARLIAMO Secondo quanto prevede la proposta 5 stelle (che ancora, ricordiamo, deve passare al vaglio della rete) “sono sottoposte alla disciplina del dibattito pubblico gli interventi, con “valore di investimento superiore a 100 milioni di euro”, aventi ad oggetto:

– la creazione o l’allargamento di autostrade e di superstrade a doppia corsia;

– la costruzione di linee ferroviarie;

– la costruzione o l’allargamento di vie navigabili;

– la costruzione, l’allargamento o il prolungamento di aree e di piste aeroportuali;

– la costruzione o l’estensione di infrastrutture portuali;

– la costruzione di infrastrutture elettriche;

– la costruzione, l’ammodernamento o la riconversione di centrali elettriche;

– la costruzione di gasdotti, di oleodotti o di piattaforme di gas di petrolio liquefatto (GPL) o di impianti di stoccaggio;

– la costruzione o l’ammodernamento di reti e di impianti di comunicazioni elettroniche, ad esclusione delle reti a banda larga e a banda ultralarga che rimangono regolate dalla disciplina speciale;

– la costruzione di impianti di trattamento o di smaltimento dei rifiuti;

– la costruzione di infrastrutture ausiliarie alla ricerca, prospezione e coltivazione di giacimenti di idrocarburi liquidi e gassosi in mare e sulla terraferma.

CHE SUCCEDE SE LA CONSULTAZIONE DECIDE PER LO STOP “Il soggetto decisore pubblico, ferma restando la sua autonomia nella scelta tra le diverse opzioni tecniche, adotta la propria decisione tenendo conto dei risultati derivanti dalla attività di consultazione dei soggetti interessati”. Al termine del procedimento di consultazione pubblica, “il provveditore interregionale per le opere pubbliche – si legge nella proposta del Movimento 5 stelle – in coordinamento con il prefetto predispone un documento conclusivo nel quale è riportata una descrizione della consultazione svolta e delle ipotesi alternative emerse”.

Entro tre mesi dalla pubblicazione del documento, “il proponente dichiara pubblicamente se intende rinunciare al progetto o presentarne uno alternativo; proporre modifiche al progetto, indicando quelle che intende realizzare”; o “sostenere il medesimo progetto sul quale si è svolto il dibattito pubblico, argomentando le ragioni di tale scelta”. GAV


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