Londra ha rischiato di diventare una sorta di maxi Singapore, una città Stato a cavallo tra globalizzazione e Unione europea, ma senza più un vero peso politico e militare. La vittoria del sì al referendum in Scozia avrebbe segnalato, non solo ai mercati, la tendenza irreversibile alla progressiva fine della Gran Bretagna con i gallesi pronti a imitare gli scozzesi e l’Ukip di Farage pronto a far sentire tutta la sua voce in difesa dei diritti inglesi e contro gli orridi burocrati europei.
Il 55% di voti ottenuti dal no all’indipendenza della Scozia salvano, quindi, il ruolo di Londra nelle relazioni internazionali ma, allo stesso tempo, segnalano con inequivocabile chiarezza quanto ormai il Regno Unito sia distante dall’euro ed in qualche modo anche dall’Unione europea. Una parte dell’elettorato unionista ha espresso un voto anche contro il possibile ingresso di una Edimburgo indipendente nell’eurozona e contro il rischio di una Scozia troppo europeizzata, troppo integrata con Bruxelles una volta diventata autonoma I sentimenti anti moneta unica, ormai maggioritari tra gli inglesi, hanno guadagnato consenso anche in Scozia e fanno capire quanto poco facili saranno le relazioni transManica nel prossimo futuro.
Oggi la Scozia ottiene da Londra uno status autonomo ancora più ampio con una politica fiscale quasi totalmente trasferita al Parlamento di Edimburgo. La Scozia, nei fatti, diventa una quasi Norvegia: libera di sfruttare il suo petrolio e di tassare i suoi cittadini e le sue imprese e anche di organizzare il proprio welfare state. Con il trascorrere del tempo, la trasformazione scozzese nel Paese dei fiordi farà sì che i cittadini del nord del Regno Unito impareranno ad apprezzare i vantaggi di avere autonomia economica senza dover subire i vincoli di Maastricht.
La Scozia diventerà una economia molto particolare, distante dalla burocrazia europea, indipendente nei fatti dalle decisioni di Westmister e sempre più desiderosa di integrarsi con la globalizzazione.
Prima o poi i doppi o i tripli binari che esistono tra i vari stati membri dell’Unione europea dovranno essere semplificati, perché una parte della spiegazione della crisi infinita della moneta unica e dell’eurozona passa anche per queste peculiarità istituzionali che nessuna altra area geografica della globalizzazione si permette.
Per adesso la maggioranza degli scozzesi ha detto no all’indipendenza e all’ingresso nell’euro, fatti apparentemente scissi ma invece estremamente correlati tra loro.