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Il “Giglio magico” di Matteo Renzi

Una volta c’era il cerchio magico di Umberto Bossi e di Silvio Berlusconi, oggi c’è il “Giglio magico” di Matteo Renzi. Qui mi importa poco sapere chi ne fa davvero parte, se Graziano Delrio scende e Luca Lotti sale, se il premier ascolta più Andrea Guerra o Vincenzo Visco di Piercarlo Padoan.

Mi interessa capire, invece, quale può essere la dialettica interna del potere in ogni circolo ristretto di consiglieri del principe. In questo senso, resta a mio avviso insuperabile un aureo libretto concepito da Carl Schmitt nel 1954 (“Dialogo sul potere”, Adelphi, 2012).

Scrive il grande giurista tedesco (che aveva già fatto i conti con il suo passato filonazista) che davanti a ogni camera del potere diretto si forma sempre “un’anticamera” di influssi indiretti, un accesso all’orecchio del potente, un “corridoio” verso la sua anima.

Quando si forma una camera del potere, insomma, parimenti si “infittisce anche la cerchia brumosa di chi staziona nell’anticamera, nella scala di servizio, nella stanza di fianco”. Nell’anticamera “a volte ci sono uomini saggi e intelligenti, oppure manager prodigiosi e onesti ciambellani, a volte sciocchi arrivisti e impostori”.

Ebbene, prosegue Schmitt, quanto più il potere si concentra in un determinato leader, tanto più si acuiscono il problema del corridoio e la questione dell’accesso al vertice. E “tanto più violenta, accanita e sotterranea diventa anche la lotta tra coloro che occupano l’anticamera e controllano il corridoio”.

Il rischio per il potente, a questo punto, è forte: quello di diventare sempre più isolato quanto più il potere diretto si concentra nella sua persona individuale. Nessun potere umano, conclude Schmitt, sfugge a “tale dialettica di auto affermazione e autoestraneazione”.

Chiudendo la Festa dell’Unità, Renzi ha detto che “non ce la può fare da solo”. Si riferiva alla necessità di formare una nuova segreteria del Pd, inclusiva della minoranza. Ma il problema forse non sta in chi deve occupare le stanze di Largo del Nazareno, ma in chi occupa le anticamere di Palazzo Chigi.

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