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Il paradosso dei Bronzi, una guerra culturale senza visione del Paese

Leggere diatribe politiche e culturali attorno allo spostamento dei Bronzi da Reggio Calabria all’Expo di Milano è divenuto uno sport quotidiano. Tutti li vorrebbero ma nessuno analizza concretamente le criticità che ogni tipo di soluzione provocherebbe sui relativi fronti.

LE RICHIESTE DI SGARBI

Sgarbi, da critico ed esperto di capolavori d’arte, con le sue fiammate politiche e geo – gutturali vorrebbe che milioni di visitatori apprezzassero la magnificenza corporea delle colonne, quali sono per i reggini e i calabresi tutti. Ribadisce altrettanto che a Reggio Calabria mancano gli alberghi per poter ospitare i turisti visitatori. Anche qui ha lanciato una provocazione che copre il reale problema del posizionamento dei Bronzi presso il Museo Nazionale della Magna Grecia, ossia non la mancanza di strutture alberghiere e di offerta turistica ma quella perenne di collegamenti aerei e ferroviari da e verso Reggio Calabria e Lamezia Terme.

DI COSA HA BISOGNO LA CALABRIA

Chi come me fa il manager in giro per l’Italia ma è pure imprenditore turistico-alberghiero sa di cosa si parla e lo stesso Sgarbi che a Reggio Calabria e in Calabria viene volentieri ne è a conoscenza, cosi come ha potuto rendersi conto dei capolavori che si celano nei territori e delle opere che giacciono negli archivi dei musei calabresi di cui giammai ho sentito valorizzare in talk show e interviste, oltre ai “soliti” comunicati stampa. Se la politica culturale del Paese farà da collante con l’offerta turistica, a maggior ragione mi sarebbe piaciuto, come credo anche a Renzi, che il commissario dell’Expo Sala e il governatore della Lombardia Maroni avessero messo a disposizione un milione di euro non alla Città di Reggio Calabria, che ne avrebbe tanto bisogno dopo lo scioglimento e per il pre- dissesto in cui si trova, ma per creare collegamenti da e per Reggio Calabria rispettando il Protocollo d’intesa Expo2015 firmato dall’allora sindaco di Reggio Calabria Scopelliti e il sindaco di Milano Moratti.

Mi auguro che il sindaco Pisapia ne trovi una copia e lo invii a tutti gli interessati e questi trovino la forza e il coraggio di dire che Reggio Calabria in quel protocollo ufficiale era inclusa nella rete turistica dell’Expo 2015 e che i flussi turistici sarebbero stati garantiti alla pari con Firenze, Venezia, Roma, Napoli e le altre città aderenti.

Alitalia e Ferrovie dello Stato potrebbero attivarsi per rendere merito al protocollo tutt’ora valido e il Commissario Sala garantisca insieme al Governatore che la somma offerta venga maggiorata fino a 5 milioni di euro, rispettando i patti alla pari con le altre città italiane coinvolte nella rete Expo 2015. Se il ministro Franceschini vuole fare da garante dell’opportunità che stanno scippando a Reggio Calabria se ne prenda gli onori.

IL MERITO DI RENZI

Qui tutti fingono di non conoscere le condizioni reali del problema, tranne uno, Renzi. Bisogna riconoscere al Premier che è stato l’unico a stoppare le polemiche inutili e a darci modo di poter rispondere direttamente con i fatti sulle problematiche legate al Museo Nazionale della Magna Grecia e alle condizioni culturali sull’Expo 2015.

Il Museo ha finora mangiato 38 milioni di euro di fondi pubblici. Ancora la data di consegna dell’allestimento è ignota ma più vicina rispetto all’incubo del ricorso al Tar della seconda in graduatoria. Certo, risulta “incredibile” che nessuno dei ministri degli ultimi dieci anni abbia mai chiesto la testa del Sovrintendente della Calabria, l’unico responsabile dei procedimenti e del ritardo nella gestione dei lavori. Renzi potrebbe benissimo passare le carte a Cantone, dopo che consegnano i lavori, per vederci chiaro. Di sicuro alla Dott.ssa Bonomi, Sovrintendente del Museo, va riconosciuto il merito di aver affrontato a testa alta e con grande astuzia le provocazioni dei soliti noti, ai quali era persino venuto in mente di sfondare mezza piazza di fronte all’ingresso del Museo di Reggio per mostrare gli scavi della città vecchia, ossia bloccando e buttando all’aria tutte le somme spese per far ripartire il Museo. Se ha una logica tutto ciò lo decidano i lettori e quegli organi competenti in materia, Sgarbi più degli altri sa e se vuole, parli chiaro.

UN PIANO PER VALORIZZARE LA CALABRIA

Al Premier, il quale ha mostrato un’attenzione alla Calabria e a Reggio Calabria senza pari, va indicato dal Ministero della Cultura un piano di integrazione dell’offerta turistico culturale calabrese che valorizzi quanto già fatto dall’Assessore alla Cultura della Regione Calabria e presidente della Commissione Cultura presso la conferenza Stato Regioni Mario Caligiuri durante gli ultimi quattro anni insieme alle più prestigiose fondazioni e istituzioni dei beni culturali italiani, quali Fai e Fondazione Agnelli, l’unico ad essere riuscito a portare insieme a Sgarbi al Museo sperduto di Taverna (CZ) oltre 25000 persone a vedere Mattia Preti, il grande pittore calabrese che da quattrocento anni tiene con il naso all’insù milioni di visitatori a Malta.

I NODI AL PETTINE

Ecco che i nodi vengono al pettine. Sono le persone che non vengono o sono incapaci gli uffici e i delegati ministeriali ad integrare e ottimizzare le politiche dei beni culturali con le reti turistiche? Fossi in Maroni e in Sala, inizierei a chiedere al Ministro Lupi e al Ministro Franceschini lumi su come integrare nel piano della rete nazionale dell’Expo 2015 anche Reggio Calabria senza dimenticare quel che nella loro coscienza sanno già, Expo2015 sarà dell’Italia e degli italiani tutti, compresi i calabresi e i reggini. Non ci resta che immaginare tutto quel che saranno in grado di fare anche stavolta sulla pelle dei reggini, sappiamo solo quel che abbiamo visto dalle inchieste di Milano e non vogliamo che un giorno dicano che anche i Bronzi di Riace siano nelle mani della ‘Ndrangheta e che si siano infiltrati…



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