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Il suicidio dell’occidente

 

“Dobbiamo rassegnarci al fatto che la realtà, perlopiù, ci circonda come un esteso costrutto di stress. Coloro che si dichiarano realisti hanno ragione quando insistono sull’obbligo del senso di realtà” (Peter Sloterdijk).

 

L’occidente è la terra del tramonto? Aben-Land, come sosteneva il filosofo tedesco Heidegger? La sua tesi sembra confermata dall’attualità. L’Occidente, infatti, si sta suicidando. Sta pensando da sé alla sua fine e il servizio di pompe funebri, come l’intendenza secondo De Gaulle, sta seguendo questa scia.

Mentre i tagliagole dell’Isis stanno facendo decapitazioni con tiri mediatici solenni, rendendo il terrore una mappa della narrazione e dello storytelling dell’età contemporanea, come ha scritto acutamente Robert Kaplan (http://www.stratfor.com/video/conversation-analyzing-confluence-technology-media-and-terror#axzz3CF5gc5NU), l’Occidente si sta occupando della Russia e l’Europa, la vera zona grigia occidentale, sta facendo distinzioni fondate su una dhimmitudine ormai elevata a criterio di analisi e azione. Putin è il diavolo e l’Isis è il “problema” strategico da affrontare guardandosi bene dal condannare il contesto nel quale esso coltiva il suo furore che sembra non aver fine.

Un sondaggio del quotidiano britannico di sinistra, The Independent, fa emergere la realtà della dhimmitudine – la sottomissione al nemico, che tanto favorisce il cedimento strutturale dell’anima occidentale -: più della metà dei cittadini è contraria all’intervento diretto. Ai confini della Turchia si stanno facendo le prove generali di califfato e questa singolare e pericolosa nazione, che in molti volevano e forse vogliono ancora nel salotto buono della UE, si inneggia proprio al califfato universale. Erdogan cavalca questa situazione, aspettando di far valere pesantemente il suo 4% di crescita del Pil, in un quadro macroeconomico generale che segna rosso, e la sua influenza sull’area mediorientale, in equilibrio tra Israele e le aree coinvolte nell’apocalisse terroristica, Iraq e Siria.

L’Europa continua a percepirsi come colpa e l’Occidente di area atlantica sta soffrendo la crisi economica in un modo così acuto che alcuni analisti di lunga lena, fra i quali spicca Jim Rickards – http://jimrickards.blogspot.it/ -, dichiarano, senza peli sulla lingua, che il dollaro è alla canna del gas e che la Fed è responsabile, insieme alla presidenza Obama, del tracollo sociale degli USA. A tutto vantaggio della Russia e della Cina. La Russia di Putin: vale a dire il drappo rosso agitato davanti al toro (ormai senza più corna) Stati Uniti e Inghilterra. Il nemico sbagliato, ma le conseguenza di questa distorsione prospettica e cognitiva vengono da lontano.

L’Occidente si sta suicidando. Le società occidentali hanno sposato lo stile di vita del tranquillo borghese in pensione – tutti, giovani inclusi – e oggi che islamici sunniti, di ceppo salafita, decapitano concittadini e creano un califfato postmoderno che fa orrore anche ad alcuni fedeli fautori della sharia, preferiscono voltarsi dall’altra parte. Sono dissonanze cognitive: le pezze a colori messe per giustificare uno status quo che dovrebbe proteggere una tranquillità psicologica e collettiva. Pie (neanche troppo) illusioni: non si fermeranno.

Intanto, l’Italia perde colpi economici e arretra sul fronte dell’export con la Russia – http://scenarieconomici.it/partito-democratico-autorizza-lembargo-russia-spingendo-pmi-italiane-fallimento-onesti-lavoratori-in-mezzo-strada/ – e la manovra strategica finemente orchestrata dalla Germania e dai gangli forti delle commissioni europee per fare cassa sulle perdite soprattutto italiane e, più in generale, dell’Europa mediterranea, sta funzionando alla perfezione. Grazie, Renzi (“la Germania non è il nostro nemico, ma è il nostro modello”: la dhimmitudine spostata in Europa, stavolta sottomessi al Quarto Reich).

L’occidente, dunque, si sta suicidando e, per farlo, escogita tutti i mezzi che la sua raffinata storia gli offre: depista, analizza, critica senza condannare, si indigna, chiama in causa il Papa che poi parla di “terza guerra mondiale”, si rifiuta di guardare la realtà con un tasso di aspettative positive crescenti che sono quelle che portano i trader a perdere per riconquistare le posizioni perse in precedenza. Un bagno di sangue dell’intelletto e della civiltà.

La nostra civiltà. Chi rappresenta oggi l’occidente? Non c’è dubbio: proprio il diavolo in persona, Putin. La santa madre Russia è il vero Occidente. In grado di allearsi strategicamente con la Cina e mettere in ginocchio il petrodollaro – vedi ancora le analisi di Rickards – e, insieme, di avere l’occhio strategico lungo, per arrivare fino in Siria e difendere Assad, la barriera laica e militarmente efficace contro i tagliagole furenti dell’Isis, con un bel pò di “occidentali” al seguito.

La storia, quando si ripete, da tragedia diventa farsa. Marx insegna. Ieri Carter gonfiava di armi i talebani, che poi sarebbero diventati i più acerrimi nemici degli USA, mentre l’Armata Rossa li combatteva, in Afghanistan (1979-1989), giungendo alla fine del sistema comunista con le armi arrugginite in pugno; ieri, dunque, la Russia comunista difendeva l’occidente e l’America liberale e democratica ne minava le difese strategiche; oggi, idem: l’America di Obama sta giocando al massacro contro l’occidente e proprio contro i difensori dell’occidente di ieri e di oggi, i russi, e il conto che sta pagando è quello tracciato dalle partite di armi e missili dati in mano ai ribelli “moderati”, passati a Isis in un batter d’occhio.

Dobbiamo cambiare il punto di vista e le categorie: Aben-Land è occidente, sì, ma è il tramonto; la verità viene da Oriente. Ex Oriente lux. L’Oriente in questo caso è l’aria degli Urali. E da quelle parti c’è la Russia di Putin. Prove tecniche di metamorfosi epocale: è quello il vero Occidente.

 

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