Le banche si fideranno di un lavoratore a tempo indeterminato senza articolo 18 e magari al terzo anno di contratto?
Le banche sono pronte a far meno secondo voi del posto di lavoro per tutta la vita? O si fideranno, ancora, più del nonno pensionato meno del nipote neo assunto?
I datori di lavoro sono disposti a pagare di più un lavoratore a fronte di un bisogno (un’ improvvisa richiesta del mercato del lavoro, si pensi alle industrie farmaceutiche nel prossimo inverno dinanzi alla produzione di vaccini).
Il contratto a tutele crescenti per neoassunti non funzionerà. L’emendamento del governo sul lavoro non considera che gli imprenditori hanno paura del domani. Quindi è l’ansia delle tutele future a spaventare.
Con i contratti in somministrazione effettivamente pagano di più, hanno costi maggiori ma circoscritto al periodo in cui non possono far a meno di un lavoro/lavoratore…questo è quel che preferiscono rispetto al panico di dover pagare e tenere qualcuno un domani quando il lavoro può essere finito ed incerto.
Allora che fare? Secondo una mia proposta: facilitare l’ingresso e puntare moltissimo sulle agevolazioni per chi è costante e fedele (sia come lavoratore sia come datore di lavoro), in che modo? Con “sgravi su IRPEF a tutela crescente” ovvero … man mano che passano gli anni pagherà sempre meno l’imprenditore che tiene il lavoratore. E sempre di più chi è un habitué dell’usa e getta.
Ciò potrebbe scoraggiare quest’ultimi e in caso contrario creare un bel tesoretto di cui beneficerebbero in termini di tasse sul lavoro le altre aziende, quelle che sanno apprezzare i lavoratori, il cosiddetto capitale umano, coloro che non puntano su licenziamenti strategici bensì sulla continuità del lavoro, sull’esperienza da far maturare in azienda, e trasmettere ai più giovani.
Proporrei infine di eliminare l’articolo 18. Le tutele passarle in toto all’articolo 1. Abbiamo eliminato un simbolo e mantenuto la sostanza. Temo che in Italia basti eliminare un simbolo, e su questo fronte sembrano più maturi i lavoratori che la classe dirigente.