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La strategia del ministro Galletti per una moderna gestione dei rifiuti

Una moderna gestione dei rifiuti ha due grandi parole d’ordine: tutela delle risorse ambientali e prevenzione. Rielaborare in chiave ecocompatibile i processi produttivi e i modelli di consumo contribuisce a ridurre gli scarti civili e industriali e a far sì che i rifiuti comunque inevitabilmente prodotti diventino risorse riutilizzabili, anche attraverso i necessari trattamenti per renderli adeguati al recupero e alla re-immissione nel ciclo produzione-consumo. Accade già per gli imballaggi, la plastica, la carta, l’alluminio, il vetro, per i quali l’Italia, con le sue esperienze consortili rappresenta un modello a livello internazionale.

LA STRATEGIA DELLE 4R

Si tratta di un approccio adottato e raccomandato ai Paesi membri dall’Unione europea e pienamente recepito dall’Italia, che attraverso un’ampia legislazione di settore ha fatto propria quella che con sigla efficace viene riassunta come “strategia delle 4R” (riduzione, riuso, riciclo e recupero). L’importanza per il nostro Paese di un tale approccio è evidente sotto un duplice aspetto: da un lato ci mancano molte materie prime energetiche per l’industria, per cui dobbiamo fare affidamento in gran parte alle importazioni, e dall’altro attorno al recupero e al riutilizzo si sta costruendo un vivace settore, ricco di aziende all’avanguardia e capace di produrre occupazione e ricchezza.

Laddove non è possibile un ulteriore recupero dei rifuti, l’Italia può contare su operatori e tecnologie di buon livello anche nel campo dello smaltimento, esigenza evidente per i rifiuti speciali pericolosi. Particolarmente indicativa in questo senso è la gestione dei rifiuti radioattivi, che riguarda non solo il decommissioning delle installazioni nucleari ex-Enea ed ex-Enel, ma anche i flussi di rifiuti radioattivi provenienti da attività medicali.

IL DECRETO

La politica di settore è stata ridisegnata con un decreto del marzo scorso recepisce la normativa comunitaria in materia. I ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico collaboreranno alla stesura di un Programma nazionale di gestione, che dovrà vedere la partecipazione attiva dei cittadini e degli stakeholder, per un testo finale da definire entro l’anno che dovrà tenere conto delle loro osservazioni. Il programma dovrà delineare non solo lo stato dell’arte e le prescrizioni politiche (obiettivi generali e tappe; inventario, ubicazione e stime di produzione futura), ma anche dettagliare piani di gestione tecnica-operativa del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, nonché le “attività di ricerca, sviluppo e dimostrazione, necessarie al fine di mettere in atto soluzioni per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi”. Dunque, un quadro che, anche attraverso la collaborazione tra le singole istituzioni, potrà auspicabilmente rafforzare la base tecnico-scientifica della filiera ecologico-industriale di riferimento, dove si incontrano già alcune eccellenze che però vanno messe a sistema. Attraverso questo dispositivo normativo e organizzativo, destinato a un segmento specifico e molto delicato, si potrà in tal modo dare impulso all’economia ambientale, chiave di volta per una ripresa sostenibile del nostro Paese.

L’OBIETTIVO

L’obiettivo è garantire il massimo standard di sicurezza ambientale. Per farlo servono evidentemente le migliori tecnologie disponibili e l’organizzazione attraverso procedure e modalità che siano oltremodo rigorose. Un percorso virtuoso di questo tipo, che è possibile anche grazie al collegamento con le migliori esperienze ed esempi offerti da altri Paesi che su questo fronte rappresentano un benchmark, può caratterizzare ulteriormente la capacità italiana di saper fare filiera e coniugare quindi ambiente con ricerca, impresa e, di conseguenza, nuova occupazione qualificata. Definire e condividere obiettivi e mezzi della strategia italiana nella migliore gestione dei rifiuti, compresi quelli radioattivi, è la premessa migliore perché gli investimenti che saranno fatti potranno avere positive ricadute ambientali ed economiche (oltre che di sicurezza, ovviamente) per tutti i cittadini. Tentare di farlo è un dovere. Riuscirci è un’opportunità troppo grande, che non possiamo e non vogliamo mancare.

Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare

Articolo pubblicato sul numero di Formiche di agosto/settembre

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