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Meglio il voto anticipato?

E’ ammirevole la pervicacia con cui il premier Renzi tenta di portare avanti una sfida impossibile. Siamo in presenza di un capo di governo mai eletto, se non dalle primarie del suo partito, e votato da un Parlamento di “nominati”, eletti con una legge elettorale dichiarata illegittima, al quale si vorrebbe addirittura affidare una funzione costituente per la modifica della Carta costituzionale.
Situazione resa ancor più complicata da un’ equivoca maggioranza, di fatto un monocolore PD, sostenuta di malavoglia da Forza Italia,, espressione di quel patto del Nazareno che vorrebbe imporre una soluzione , riforma del senato e legge elettorale dell’Italicum, peggio della famigerata legge Acerbo.
In tale situazione sarebbe meglio andare alle elezioni con il sistema elettorale risultante dal voto della Corte Costituzionale e con l’elezione parallela di un’assemblea costituente con il compito di procedere alle riforme costituzionali che la situazione complessiva del Paese reclama.

Sostenere, come molti fanno,  che ciò creerebbe maggiori danni ad una già difficile crisi generale del Paese comporta solamente continuare ad insistere su una pericolosa strada lastricata di continue progressive illegittimità.

Certo servirebbe un’immediata ricomposizione almeno dell’area popolare come, giustamente, richiedono gli amici Mario Mauro e Lorenzo Cesa e noi con loro, mentre il povero Alfano si limita a emettere patetici ultimatum a Forza Italia senza alcuna prevedibile risposta.

Ad ogni modo, contro la palese situazione di caos istituzionale che stiamo vivendo, meglio tornare a votare per ricreare, quanto meno, una condizione parlamentare di piena legittimità.
E chissà che a quel punto anche i popolari non comprendano che: senza unità non c’è più speranza né per loro né per l’Italia.



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