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Obama e Renzi, tutte le differenze sull’innovazione

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo il commento di Edoardo Narduzzi apparso su Mf/Milano Finanza, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.

Barack Obama ha un nuovo chief technology officer. È Megan Smith, un ingegnere donna, il neoresponsabile delle politiche nelle tecnologie dell’informazione dell’amministrazione Usa. La nomina è recentissima e conferma l’elevata qualità dei curricula dei personaggi scelti a Washington per gestire le politiche dell’Ict.

La Smith ha una laurea specialistica in ingegneria meccanica al MIT di Boston, un’università dove la competizione per l’accesso è tra le più serrate a livello globale, e per ben nove anni è stata vicepresidente esecutivo di Google con la responsabilità di sviluppare i nuovi business del colosso californiano. Google Maps, Google Earth e Picasa sono piattaforme di cui ha curato prima l’acquisizione da parte di Google e poi l’integrazione tecnica nel modello di business dell’impresa di Mountain View. In precedenza era stata l’amministratore delegato di PlanetOut e aveva lavorato nella divisione dei prodotti multimedia di Apple in Giappone. Un cv marchiato MIT, Google e Apple, cioè la migliore università scientifica al mondo e le due più importanti imprese tecnologiche del pianeta per capitalizzazione di borsa. La Smith non aveva nessuna tessera o militanza politica manifestata per il partito democratico, né risulta che abbia precedenti esperienze nella pubblica amministrazione.

Obama ha scelto il meglio avendo a mente l’interesse esclusivo dei contribuenti americani ad avere un direttore capace di produrre e implementare una ambiziosa visione per l’Ict degli Stati Uniti. Il precedente cio di Barack Obama era Steven Van Roekel: dal 1994 al 2009 in Microsoft dove è stato responsabile della divisione server e assistente personale per la strategia di Bill Gates.

Il confronto delle scelte fatte da Obama riapre la piaga della qualità del curriculum della nomina fatta dal governo Renzi alla direzione dell’Agid, l’agenzia digitale italiana. La ministra Marianna Madia ha voluto anche lei una donna, Alessandra Poggiani, con, però, qualche differenza non marginale rispetto a Megan Smith, visto che la Poggiani dichiara di avere una laurea breve in antropologia culturale alla sconosciuta North London University (ed è noto che al di fuori di poche università Ivi League il diplomificio londinese è molto generoso nello sfornare lauree non essendoci il problema del valore legale) e non ha mai lavorato in alcuna impresa privata dell’Ict con una responsabilità manageriale vera.

La storica militanza nel Pd della Poggiani ha orientato la scelta dell’esecutivo Renzi, non il cv. Se poi il Pil Usa galoppa e l’innovazione americana procede spedita, anche quella della amministrazione pubblica, mentre l’Italia è in recessione e non attira investimenti, il premier non ha più alcun diritto a lamentarsi. Renzi poteva rottamare l’inutile Agid e istituire la nuova figura del cto del Premier alle sue dipendenze. Così avrebbe avuto qualche cv più vicino a quelli tra i quali ha potuto scegliere Obama e sperare in una politica digitale di serie A..Aleph


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