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Quo vadis Agenzia Spaziale?

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

La XVII Legislatura sembra prestare un’attenzione particolare al tema della governance del settore spaziale e aerospaziale in Italia. Sensazione confermata dai due disegni di legge depositati al Senato, presso la Commissione Industria, rispettivamente dalla Senatrice Pelino (Forza Italia) e dal Senatore Tomaselli (Partito Democratico).

I due ddl danno consistenza a quanto alcuni esponenti del settore chiedono da molto tempo: un approccio “olistico” nella gestione dei programmi spaziali nazionali e del settore industriale spaziale, tanto nel comparto manifatturiero che in quello dei servizi.

Entrambe le proposte mirano a conferire alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la responsabilità generale e il coordinamento delle attività spaziali. Il Presidente del Consiglio sarebbe in questo caso coadiuvato dai Ministeri interessati e toccati dal settore considerato.

Nel ddl Pelino il coordinamento viene definito “Comitato dei Ministri per lo Spazio”, mentre nella proposta di Tomaselli si prospetta l’istituzione di un “Comitato interministeriale per le politiche spaziali e aerospaziali” composto dai Ministri (o alti funzionari) della Difesa, degli Interni, dei Beni culturali, delle Politiche agricole e forestali, dell’Ambiente, della Ricerca e Università, dello Sviluppo Economico, degli Affari Esteri, del MEF e della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. Ad un primo sguardo potrebbe apparire come un elenco lungo che tende a non dare un “padre” allo Spazio, ma di contro si deve rilevare che l’attuale sistema di governance non sembra sia riuscito a inserire in un unico “forum” questa moltitudine di soggetti istituzionali che invece devono essere informati sulle evoluzioni del settore spaziale e resi consapevoli delle opportunità da declinare nei rispettivi ambiti.

Il leit motif dei due ddl rimane, dunque, la collegialità e la complessità delle visioni sul ruolo delle politiche spaziali. Ed ecco che il Comitato, per cui ogni singolo Dicastero è chiamato a fornire le proprie osservazioni, “assicura il coordinamento e definisce gli indirizzi di sviluppo del settore spaziale”; “definisce (…) le forme di sinergia e di cooperazione nel settore spaziale e aerospaziale tra gli enti di ricerca, le amministrazioni pubbliche, le Università e le imprese”.

Entrambe le iniziative legislative, è da sottolineare, pongono il Parlamento in una posizione centrale, quasi fossero consci dell’importanza di informare i cittadini costantemente sulla rilevanza delle attività spaziali, infatti una volta all’anno il Comitato deve riferire alle Camere sullo stato del sistema spaziale italiano.

In questa chiave può anche leggersi il disegno di legge del Senatore Bocchino (Indipendente) che mira a istituire, seguendo l’esempio del Senato belga, un “Comitato parlamentare per lo spazio”, composto da otto senatori e otto deputati, che avrebbe il compito di esprimere pareri vincolanti sulle politiche spaziali poste in atto dal Governo e garantirebbe quella pubblicità necessaria alle attività del settore, con una conferenza annuale sullo “stato del comparto”.

E’ palese al Legislatore la necessità di dotare i settori spaziale e aerospaziale di un nuovo sistema di governo che tenga sempre più presente la complessità delle sfide del comparto, la necessità di un approccio olistico garantito da un coordinamento strutturato e di ridare centralità al dibattito sul ruolo dell’industria spaziale in Italia.

L’auspicio è che questa consapevolezza, dopo anni di dibattito e proposte anche a livello parlamentare, si traduca ora in un nuovo disegno organico ed efficace sia sul fronte dello sviluppo che su quello, cruciale e determinante, dell’uso dello Spazio nella vita di ogni giorno.

Emanuele Rizzo, segretario generale ASAS
Nicola Pantaleo, relazioni esterne ASAS



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