La sentenza del tribunale per i minorenni di Roma, è destinata a far discutere per molto tempo.
La decisione del tribunale ormai è nota. Una bimba di 5 anni, che vive insieme a una coppia di donne sposate all’estero, potrà essere adottata dalla compagna della madre biologica. Si tratta del primo caso in Italia di “stepchild adoption” (cioè l’adozione del figlio naturale o legittimo del partner, se non esista un altro genitore che lo abbia riconosciuto). La notizia è stata accolta con felicità da parte delle due donne, che hanno dato alla luce la bimba 5 anni fa in un Paese europeo, grazie alla fecondazione eterologa.
Sorpresi? Io no. Lascio al lettore la libertà di formulare un proprio giudizio sull’ accaduto. Insomma, ognuno di noi può pensarla come vuole su matrimonio e adozioni gay. Il problema si pone però, se i tribunali fanno le leggi. Ormai è chiaro da tempo, sono gli stessi giudici a decidere quando si debba o no rispettare la legge italiana. Troppo spesso infatti, accade che le leggi sgradite vengano aggirate per via interpretativa, mentre quelle che non ci sono, vengano create per via giurisprudenziale. Questo è particolarmente grave, quando la sentenza riguardi il fondamento di ogni società, la famiglia. Un giudice, si arroga il diritto di autorizzare ciò che il legislatore non ha mai voluto consentire.
La classe politica deve prontamente rimediare a tutto questo. Far rispettare le regole ai cittadini è basilare per lo Stato, farle rispettare ai giudici è fondamentale. Ma a fronte di sconfinamenti così gravi, un intervento da parte del Parlamento non è solo d’obbligo, ma anche sacrosanto. La nostra Costituzione, a detta di molti la più bella del mondo, è molto chiara: riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è uno, ed è quello tra un uomo ed una donna. Altre unioni possono essere ammesse, ma questo deve deciderlo in rappresentanza del popolo sovrano, il Parlamento, non un giudice. Se c’è un problema, basta cambiare la Costituzione.
Per le coppie etero che desiderano adottare, le maglie sono sempre strette. Occorre essere sposati e rispondere a una serie infinita di requisiti, poiché al minore si deve garantire il meglio. Tutto giustissimo, peccato che al giorno d’oggi le coppie omosessuali abbiano più diritto degli etero. Ma i diritti non sono uguali per tutti? A quanto pare no, gay e lesbiche, con l’aiuto di una certa magistratura, possono tutto, anche fare leggi nei tribunali.