Quali conseguenze se lo stato non difende le forze dell’ordine?
Non era mai accaduto, nella storia dell’Italia repubblicana, che le forze dell’ordine minacciassero uno sciopero nazionale. In questi giorni, dopo l’annuncio del blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici, accade. Non era nemmeno mai accaduto, che un presidente del Consiglio, si esprimesse con toni così sprezzanti nei confronti degli uomini e delle donne in divisa. Persone, prima che agenti, che rischiano quotidianamente la vita per la sicurezza di tutti.
Renzi , definisce “ricatto”, la minaccia degli agenti di sciopero, io la chiamerei “ultima speranza”. Le forze dell’ordine di questo paese di certo non se la passano bene, con i continui tagli al comparto sicurezza. Un governo incapace di comprendere che la sicurezza è un settore strategico per la vita della nostra società. “Sul tema sicurezza non si scherza” si continua a ripetere, peccato che alle parole non si accompagnino i fatti. A pagarne le conseguenze sono sempre i cittadini, che quotidianamente, complice anche la crisi economica, vedono le strade delle loro città sempre meno sicure. Un governo che prende una tale decisione, si riscopre totalmente inesperto ad ascoltare le richieste delle forze di polizia. Governare, vuol dire prendere delle decisioni assumendosi delle responsabilità.
Renzi trova le risorse per iniziative, anche discutibili, come Mare Nostrum, ma non le trova per la benzina delle volanti. Insomma, non è una scelta tecnica, ma politica. Ogni governo ha delle priorità. Le priorità dell’attuale esecutivo sembra essere quella di incentivare l’illegalità, in un paese che ha già enormi problemi in tal senso. E’ un fatto culturale, che potremmo definire come “scarso senso dello Stato e della legalità”, che come si vede in questi giorni a Napoli, ogni tanto viene drammaticamente fuori. “Lo Stato non ci difende”, gridano i manifestanti, senza preoccuparsi che quando non ci si ferma all’ alt, si viaggia in tre su un motorino con dei pregiudicati, qualcosa non va. Non si comprende che quel povero ragazzo, non è vittima dello Stato, ma dell’ambiente sociale in cui viveva. Ambienti in cui la legge non conta. Il fatto grave è il seguente, come si fa a non capire che difendere le forze dell’ordine, vuol dire difendere la cultura dello Stato democratico? Vuol dire difendere l’azione di chi, per 1500 euro al mese, cerca di far rispettare le regole?
Sono decisioni politiche come ho già accennato, decisioni che avranno delle conseguenze, e per le quali un giorno, qualcuno dovrà assumersi le proprie responsabilità. “Fare sciopero perché non ti danno l’aumento quando ci sono milioni di disoccupati è ingiusto”, ripete il premier. Caro Renzi, e non è ingiusto fare promesse che non si possono mantenere?