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Banche, perché Berlino non può dare lezioni

Negli anni della crisi finanziaria, tra il 2007 ed il 2013, il sistema finanziario italiano si è dimostrato il migliore d’Europa, insieme a quello francese. Per gli aiuti pubblici che hanno ricevuto, hanno pagato nel complesso più di quanto hanno ricevuto. Le banche tedesche, invece, sono state le peggiori. Sono i dati pubblicati da Eurostat a far emergere quanto sono costati ai cittadini di ciascuno Stato europeo gli aiuti alle banche, eleborati in modo da calcolarne l’impatto sul deficit e sul debito pubblico, secondo le regole ESA95.

PERCHE’ GLI AIUTI STATALI HANNO DISTORTO LA CONCORRENZA

E’ importante chiarire a quanto ammontava, ancora a fine 2013, il sostegno complessivo che ciascuno Stato europeo ha concesso ai rispettivi sistemi bancari, sempre con il beneplacito della Commissione europea. Gli aiuti pubblici ricevuti dalle banche hanno migliorato oggettivamente gli stress test: le carenze di capitale emerse sarebbero infatti ulteriori rispetto ai rafforzamenti di capitale già ottenuti dagli Stati, da rimborsare secondo gli accordi stipulati. Il fatto invece che in taluni casi gli aiuti alle banche sono stati resi possibili solo grazie ai fondi forniti agli Stati dall’ESM o dal FMI non influisce sul sistema di calcolo usato da Eurostat, visto che sono sempre gli Stati ad essere direttamente responsabili della restituzione dei fondi alle istituzioni internazionali. Anche in questo caso, quindi, gli aiuti ricevuti dalle banche influiscono sul deficit di bilancio e rappresentano liabilities ai fini del debito pubblico.

I CONFRONTI CONFORTANTI PER L’ITALIA

L’analisi dei dati relativi di ciascun Paese consente così di far emergere il vero saldo nel dare e avere tra bilancio pubblico e sistema bancario.

tabella

Lo Stato italiano, nel periodo 2007-2013, ha incassato dalle banche complessivamente ben 1,36 miliardi di euro netti, a fronte degli aiuti concessi con i Tremonti-bond, i Monti-bond e soprattutto con la garanzia sovrana prevista nel decreto Salva-Italia sulle emissioni bancarie che sono state portate a collaterale per ottenere liquidità dalla Bce con le Ltro effettuate il 22 dicembre 2011 ed il 29 febbraio 2012. Quest’ultima posta è stata determinante, visto che da sola ha fruttato al bilancio italiano introiti 1,4 miliardi di euro.

 

PERCHE’ LO STATO ITALIANO NON PUO’ LAMENTARSI DEL SISTEMA BANCARIO

E’ ben vero, quindi, che le banche italiane hanno fatto carry trade, prendendo il denaro a basso prezzo dalla Bce per reinvestirlo a tasso più elevato in titoli del nostro debito pubblico al fine di colmare il gap di investitori stranieri, ma hanno dovuto detrarre dagli interessi ricevuti sui titoli sottoscritti la fee relativa alla garanzia sovrana. Lo Stato italiano non può affatto lamentarsi: nessuna garanzia è stata escussa e con l’incasso delle fee ha ridotto il costo netto degli interessi sui titoli acquistati dalle banche. Infine, le esposizioni dirette (liabilities) dello Stato italiano verso il sistema bancario, che hanno impatto sul debito pubblico, ammontavano a fine 2013 ad appena 4 miliardi di euro, una inezia.

I NUMERI VIRTUOSI DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO

I dati di Eurostat confermano che il sistema bancario italiano non ha avuto necessità di aiuti pubblici dopo la crisi finanziaria del 2008 e che anzi nel 2012 è intervenuto a sostegno del debito pubblico. Se poi, successivamente, ha visto aumentare le sofferenze, è per colpa della crisi economica causata dall’errata valutazione dell’impatto delle misure fiscali adottate per raggiungere l’equilibrio strutturale del bilancio pubblico. Ma della genesi delle sofferenze gli stress test non danno conto: tirano solo le somme della situazione, a fine 2013.

TUTTI I NUMERI SUGLI AIUTI STATALI ALLE BANCHE TEDESCHE

Il costo degli aiuti pubblici alle banche tedesche è stato pesantissimo: in termini di deficit, 40,6 miliardi di euro. A fine 2013, l’esposizione dello Stato tedesco in termini di liabilities è stata di 217,9 miliardi di euro, su un complesso a carico degli Stati dell’Eurozona pari a 343,4 miliardi di euro. C’è una enorme sporporzione: mentre il Pil della Germania è pari al 28,1% di quello dell’Eurozona, l’ammontare delle esposizioni dello Stato tedesco verso il suo sistema bancario è pari al 63% di quello totale. Non si scappa, delle due l’una: o sono le banche tedesche ad essere poco affidabili, oppure è lo Stato tedesco ad essere troppo generoso.

IL DO UT DES FRA BANCHE E INDUSTRIE TEDESCHE

Quello della Germana è un vero e proprio sistema, un’architettura che usa il sistema bancario e le sue perdite per rendere più competitiva l’industria sul piano del commercio internazionale: un dumping che danneggia comparativamente gli altri competitor. Ed è inutile nascondere l’evidenza che deriva dall’ulteriore confronto con la Francia: a livello di bilancio pubblico, anche Parigi ha incassato dalle banche proventi netti, per 1,1 miliardi di euro, mentre a fine 2013 ha esposizioni per appena 2,6 miliardi. Non è solo l’Italia, quindi, ad avere un sistema bancario solito. E se anche la Francia ha un problema di competitività nel commercio internazionale, come accade per l’Italia, si rafforza il paradigma sopra rappresentato: le banche tedesche sussidiano l’industria erogando prestiti con tassi di interesse irrisori, se non in perdita, bilanciati da investimenti esteri a tassi elevati e quindi molto rischiosi. Quando le banche tedesche accusano perdite, il costo viene accollato al bilancio pubblico. Nonostante le decisioni assunte nel 2001 da Mario Monti, Commissario europeo alla Concorrenza, gli strumenti giuridici che offrivano alle banche tedesche la garanzia pubblica sulle perdite, Anstaltslast e Gewährträgerhaftung, si sono dimostrati rimasti vivi e vegeti.

LE COLPE DI BRUXELLES E LA FORESTA PIETRIFICATA DI BERLINO

Tutto dimostra la pesantissima distorsione della concorrenza internazionale tra sistemi bancari di cui è corresponsabile la Commissione europea: consentendo colossali aiuti di Stato a favore delle banche tedesche, ha evitato il riassetto del mercato finanziario tedesco, che sarebbe stato oggetto di acquisizioni e di consolidamenti. E’ rimasto così una foresta pietrificata, protetta dalla proprietà pubblica e dagli aiuti di Stato. La diluizione nel tempo dei costi di risanamento delle banche tedesche ha reso inoltre possibile la diffusione del convincimento generale secondo sarebbero un porto sicuro, mentre l’entità degli aiuti di Stato di cui hanno beneficiato dimostra esattamente il contrario.

CONCLUSIONE

Tutto ha contribuito ad avvalorare la leggenda metropolitana secondo cui i poveri cittadini tedeschi sarebbero costretti a pagare il conto degli azzardi e degli sprechi degli altri. La soluzione è quella evangelica: “Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio, e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza da quello del tuo fratello”.


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