Secondo i sondaggi periodicamente condotti dal sito Operabase, il portale più seguito dai melomani e dai professionisti, “Carmen” è stata per decenni l’opera più ascoltata e forse più vista al mondo. Soltanto di recente è stata superata dal “Don Giovanni” di Wolfgang Amadeus Mozart, ma si è trattato di un breve interludio. Nel 2011, “Carmen” era di nuovo in testa, superata però da La Traviata nel 2013. E’, comunque, una delle opere più viste e più ascoltate, anche grazie alle versioni cinematografiche, principalmente quella di Otto Preminger negli anni ’50 e quella di Francesco Rosi negli anni ’80. Sino a tempi recentissimi, la si presentava nell’edizione messa a punto per l’Opera di Vienna nel 1875 dal mesteriante Ernest Guiraud che aveva non solo musicato le parti parlate ma rimaneggiato, malamente, l’orchestrazione. Il film di Preminger seguiva a puntino l’opera di Bizet, con parti parlate alternate a numeri cantati (la conturbante Dorothy Malone era doppiata da Marylin Horne e Don José era Harry Belafonte doppiato dal tenorone Lee Vern Hutcherson); si svolgeva nei Caraibi americani in un ambiente dove tutti i protagonisti erano di colore.
Perché ricordare oggi un film del lontano 1954? Inizia dal Roma Europa Festival di Roma la tournée di quello che è stato uno dei maggiori successi della Biennale di Danza di Lione 2014: “Carmen” con Dada Masilo coreografa e protagonisti e 12 altri ballerini e ballerini. E’ una Carmen nera, ambientata a Soweto, dove Dada Masilo è nata e cresciuta. Viene utilizzata una suite di 7° minuti dell’opera di Bizet composta da Rodion Š edrin interpolata con la “Habanera” interpretata da Maria Callas e da due estratti di “Lamentate” di Arvo Pärt. Lo spettacolo sarà al Teatro Brancaccio di Roma dal 29 ottobre al 2 novembre, nell’ambito del RomaEuropaFestival, per proseguire nel circuito ATER ed in numerosi teatri di Francia e Belgio per terminare questa tournée europea a Aix-en-Provence in primavera inoltrata.
Dada Masilo – lo sappiamo – è nota per la combinazione tra straordinaria musicalità , estro selvaggio ed enorme energia. Rivista i classici con un’ottica sudafricana ed anche trasgressiva. Acquisì notorietà nazionale con un Lago dei Cigni che coniugava tardo romanticismo europeo con la realtà di Soweto ed in cui i cigni erano ballerini uomini ma di tendenze sessuali apertamente omo-erotiche – elemento molto più scabroso in Africa che in Europa.
Per questa “Carmen” ha studiato il flamenco. Sarà una Carmen nera in un mondo nero ma molto diversa dal film, tutto sommato per famiglie, di Otto Preminger. “La trama parla di sesso, manipolazione, dolore ambizione e morte. Di fronte a tutto ciò – dice– non volevo essere ben educata e timida. Ho cercato di mostrarmi così come sono, influenzata da quanto accade nel mio Paese” .