Si è conclusa ieri sera alle 21.30 l’audizione di Federica Mogherini, attuale Ministro degli Esteri, designata alla carica di Alto Rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Tre lunghe ore di “esame“, nella sala 4Q2 dell’Europarlamento a Bruxelles colma di gente, di fronte alla Commissione affari esteri (in gergo AFET).
Tante le domande degli eurodeputati sia sul fronte politica estera, sia sul fronte sicurezza comune, alle quali la Mogherini ha risposto in modo deciso, senza esitazioni. Ha iniziato il suo discorso, in un inglese “fluent“, insistendo sul fatto che viviamo “momenti difficili intorno a noi“, tanti scenari di crisi ai confini dell’Europa ed è quindi necessario “modellare una vera politica comune“: “Nei prossimi 5 anni – ha detto Mogherini – lavorerò per costruire una visione comune dell’Unione europea e della politica estera“.
Inoltre, visto che Mogherini era stata molto criticata in occasione della sua designazione perché considerata filo-russa, sono state molte le domande sulla questione ucraina. A questo proposito ha chiarito che ”la Russia forse non è un partner strategico per il momento, ma è ancora un paese strategico” e quindi “dobbiamo coinvolgere la Russia nell’interesse della nostra sicurezza“.
A chi le ha chiesto cosa farà di diverso rispetto a Lady Ashton, lei risponde: “Frequenterò di più il Parlamento europeo, per me è un piacere“ e ha insistito molto nel corso di tutta l’audizione sul rapporto con l’Europarlamento, Mogherini ha sottolineato “il senso di responsabilità e di appartenenza negli Stati Membri“ e ha garantito che la prima cosa che farà una volta votata la commissione europea sarà visitare le 28 capitali europee.
Mogherini ha parlato anche di Balcani e di Turchia, affermando che l’allargamento è una garanzia di stabilità e di democrazia, e poi ancora Africa, ISIS, dignità umana, protezione dei cristiani e questione Marò, insomma tanti i temi affrontati.
Mogherini ha dato prova di avere “le giuste energie“ per “affrontare“ le sfide provenienti dall’Europa. Certo se avesse avuto un portafoglio con poteri reali, anche se meno prestigioso, sarebbe stato sicuramente meglio, visto che lei stessa durante tutta l’audizione ha continuato a dire che in questi 5 anni cercherà di costruire una vera politica estera comune, quasi a dare conferma che una politica estera l’Europa non ce l’ha. E se l’Europa una politica estera comune non ce l’ha, perché il Premier Renzi ha puntato tanto su questo portafoglio?, si è chiesto più di un addetto ai lavori.