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Tutte le innovazioni sanitarie nella Legge di stabilità

Presentato alla camera il Disegno di legge di stabilità 2015 che porta, oltre alle solite polemiche, anche potenziali innovazioni a quella che è la sanità vista in materia di ricerca scientifica traslazionale (ossia la ricerca mirata all’immediato impatto sul paziente).

L’art. 7 del DDL di stabilità 2015 per l’innovazione nella ricerca scientifica traslazionale.

Ad oggi, in tutto il mondo, si sta delineando un percorso sanitario connesso strettamente all’innovazione tecnologica ed alla ricerca scientifica e mirato ad ottenere un approccio diagnostico e terapeutico personalizzato per ogni paziente.
Tutto questo però è possibile solo grazie alle istituzioni pubbliche che attuano la ricerca traslazionale attraverso le apparecchiature e le tecniche innovative presentate dalle aziende private che investono nella ricerca scientifica.
L’Italia ad oggi è ricca di aziende pubbliche che effettuano ricerca traslazionale (Policlinici Universitari e centri IRCCS – Istituti di Ricovero e cura a carattere scientifico) che rappresentano Enti all’avanguardia, dal punto di vista delle tecniche intellettuali, in Europa e nel Mondo. Tuttavia si ha la necessità di incentivare maggiormente la ricerca effettuata dalle aziende produttrici private.
Proprio in questa prospettiva l’art.7 del DDL presentato alla Camera apre una piccola finestra, attribuendo alle aziende private un credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo.
Un piccolo passo, essenziale, che permette di agevolare l’attività di ricerca del privato nella nostra Nazione.

“Unire i puntini” per riorganizzare la governance della Sanità

La governance politica del settore sanità ha ad oggi differenti interlocutori che in un certo senso producono “confusione” nella gestione dell’innovazione. In Italia siamo colmi di sigle istituzionali come Aifa, Aganas, ISS, Consip e così via. Sembrerà strano ma ad oggi l’innovazione tecnologica in campo sanitario e la ricaduta diretta sulla metodologia clinico-assistenziale al paziente dipende strettamente da chi gestisce anche le sole gare d’appalto delle apparecchiature mediche, biomediche e scientifiche e dei dispositivi medici.
Siamo di fronte ad un momento in cui il DDL appena presentato permette la scalata verso un nuovo percorso della ricerca traslazionale, diretto al raggiungimento dell’attuale standard di qualità assistenziale, cioè la personalizzazione della diagnosi e della cura.

Per ottenere questo risultato è necessario compiere altri due passaggi fondamentali:

1. Ordinare ed allineare le funzioni delle numerose istituzioni sanitarie di governance ad oggi ridondanti;
2. Riprogrammare la spesa finalizzata all’integrazione tecnologica.

Poche settimane fa, il DDL di stabilità 2015 è stato analizzato durante l’Audizione della Conferenza delle Regioni alla Camera ed è stato notato, anche lì, come fosse necessaria una riforma delle agenzie sanitarie Iss, Aifa e Agenas.
“Unire i puntini” quindi, riorganizzare le funzioni delle differenti istituzioni, ognuna per la propria peculiarità, è il passaggio fondamentale per raggiungere l’obiettivo di ottimizzazione del percorso sanitario.

Gli sviluppi organizzativi, tecnici ed economici che hanno investito il servizio sanitario nazionale, infatti, rendono necessario adeguare l’assetto di tali Enti coerentemente agli obiettivi di miglioramento della qualità delle cure e dei servizi sempre più personalizzati al paziente, razionalizzandone l’uso delle risorse.

A tal proposito è intervenuto l’assessore alla sanità della regione Emilia-Romagna, Carlo Lusenti, che ha spiegato la posizione delle Regioni sulla riforma delle agenzie: “La stessa riorganizzazione di questa governance è ancora in una fase di evoluzione. Serve maggiore chiarezza in merito a ruoli e competenze”. Il nuovo Patto Salute “va anche questo collocato in una cornice di sistema anch’essa certa, ben delineata nelle funzioni e nei ruoli di entrambi i livelli di governo, Stato e Regioni, e di tutti i soggetti istituzionali che operano nel servizio sanitario”.

Bisogna quindi rafforzare e qualificare la sinergia fra Ministero della Salute, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e le Regioni. Fra i due livelli di governo, quasi a fungere da cerniera con un ruolo trasversale e di tenuta del sistema è necessario porre l’Ente che ha al suo interno un metodo di valutazione delle necessità sanitarie territoriali, dello sviluppo tecnologico e della ricerca (Agenas).
Il recente patto della salute, infatti, ha definito il ruolo di Agenas quale agenzia di monitoraggio e valutazione del Sistema Sanitario Nazionale e dei servizi regionali e di supporto tecnico scientifico e affiancamento alle Regioni.
In questo caso si è ottenuta quindi una prima differenziazione in quanto il ruolo di Agenas ben si distingue da quello dell’Istituto Superiore di Sanità che ha competenze di altissimo livello nel settore scientifico, laboratoristico e della ricerca. Occorre però ancor meglio ridefinire sovrapposizioni di competenze tra i due enti che oggi permangono come l’importante ed essenziale tema dell’Health Technology Assessment (HTA).

L’HTA, inteso come approccio alla valutazione in grado di integrare l’uso della razionalità scientifica con le prospettive di diagnosi e cura, contribuisce, a supporto della politica, ad ottimizzare l’innovazione tecnologica, garantendo un uso più consapevole degli investimenti.
“Grazie alle tecnologie che rendono più efficiente il sistema, che permettono di sapere come sono spesi i soldi e che rendono più efficaci le prestazioni, in cinque anni il SSN può arrivare a risparmiare anche 10 miliardi”. Questa è la previsione fatta dal Ministro Beatrice Lorenzin in un video trasmesso durante la prima giornata del Festival della Salute di Viareggio.


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