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Elezioni in Brasile, tutte le differenze tra Rousseff e Neves

I risultati del ballottaggio alle elezioni presidenziali in Brasile sono un’incognita. A due giorni delle elezioni, Dilma Rousseff è riuscita a staccarsi dal rivale Aecio Neves e gode di un vantaggio tra i 6 e gli 8 punti.

Ecco il dibattito televisivo tra Rousseff e Neves del 16 ottobre

TRA LULA E NEYMAR

Mentre i famosi calciatori Ronaldo e Neymar hanno manifestato il sostegno a Neves, candidato socialdemocratico (qui il ritratto), a salvare Rousseff è stato il grande amico e alleato, Luiz Inacio Lula Da Silva, ancora il politico più amato in Brasile.

In un mese i due candidati presidenziali si sono scontrati in durissimi dibattiti televisivi. Tra offese personali e pensanti denunce di corruzione. Rousseff ha approfittato per ricordare che il suo predecessore Luiz Inacio Lula Da Silva è riuscito a salvare dalla povertà a milioni di brasiliani da quando il Partito dei lavoratori (lo stesso di Rousseff, ndr) è arrivato al potere nel 2003″.

Il video di Neymar dove spiega perché voterà a favore di Neves

RECORD DI OCCUPAZIONE

“Sappiamo chi è riuscito a battere il record di occupazione…. nel 2002 11 milioni di brasiliani erano disoccupati. Noi non possiamo permettere che il Brasile torni indietro nelle sue conquiste”, ha detto il presidente. A settembre del 2014 la disoccupazione è scesa al 4,9%, l’indice più basso da marzo del 2002. A settembre del 2013 era del 5,4%. Secondo l’Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica, lo stipendio medio di un brasiliano è di 830 dollari al mese, circa il 30% di più rispetto al 2002.

DESTRA O SINISTRA?

I paradossi della politica in Brasile sono all’ordine del giorno. Nonostante l’ex candidata alla presidenza, Marina Silva, sia più di sinistra della stessa Rousseff, ha scelto di stringere l’alleanza con il liberale Neves per il ballottaggio, apportando una buona quantità di voti al Partito della Social Democrazia Brasiliana. Nell’ultima edizione della rivista brasiliana Piauí, due persone osservano un ammasso di viscere che sarebbe un cervello e si chiedono: “E adesso? Come sapere cos’è di destra e cos’è di sinistra?”, I media internazionali tendono a semplificare il panorama politico del Brasile etichettando il Partito dei Lavoratori di Rousseff e Lula come di centrosinistra e il Partito della Social Democrazia Brasiliana di Neves come di centrodestra. E gli altri 26 partiti?

STRANE ALLEANZE POLITICHE

Il Partito del Movimento Democratico Brasiliano crea alleanze a destra e sinistra, rispondendo al momento storico e alle divisioni all’interno del governo e l’opposizione. Il deputato più votato dello stato Rio de Janeiro si chiama Jair Bolsonaro. È del Partito Progressista, nonostante sia un militare cattolico ultraconservatore: ridicolizza gli omosessuali, difende la pena di morte e sostiene che i 20 anni di dettatura militare sono stati il vero periodo “di ordine e progresso” del Brasile.

Ecco l’annuncio dell’alleanza tra Silva e Neves

LA RIFORMA DEL PARLAMENTO

Anche in Brasile la riforma del sistema politico e il Parlamento è una priorità. Rousseff e Neves coincidono sulla necessità di un cambiamento nella legge elettorale, anche se con proposte diverse. Da una parte Neves è favorevole alla soglia di sbarramento, alla fine delle coalizioni proporzionali per impedire ai partiti piccolo di arrivare alla Camera e al divieto della rielezione degli incarichi esecutivi. Dall’altra parte Rousseff suggerisce le liste chiuse (il voto per partito e non per candidati) e la realizzazione di un referendum sul finanziamento privato nelle campagne elettorali. Per il politologo brasiliano Cláudio Couto, intervistato spesso da Oglobo, “la riforma politica è diventata una specie di slogan sprovvisto di contenuto per i candidati. Solo chi riuscirà ad avere la maggioranza farà qualcosa”.

L’ECONOMIA AL CENTRO

Un altro argomento ricorrente della campagna elettorale è l’economia. Gli ultimi quattro anni il Paese ha sofferto un forte rallentamento della crescita e un aumento dell’inflazione. Le opzioni delle elettori sono due: Rousseff che continua a difendere il protagonismo dello Stato e Neves che è favorevole a politiche economiche più liberali.

Il presidente ha difeso il ruolo regolatore dello Stato, il ruolo della banca pubblica e i programmi di sussidi e assistenza, oltre ai prestiti preferenziali per il settore industriale. L’ex governatore, invece, ha promesso una “razionalizzazione” delle funzioni delle banche pubbliche, una riduzione della pubblica amministrazione e cambiamenti che permettano l’apertura di nuovi accordi commerciali.

E I MERCATI…

Il giorno dopo le elezioni del 5 novembre, la Borsa brasiliana è salita di circa l’8%, come segno dell’accettazione dei mercati per Neves. Durante le prime ore della mattina, la Borsa di Sao Paulo, Bovespa, è salita del 5,95%, 57.782 punti, ed ha chiuso del 7,99%. Il real, la moneta locale, è aumentata del 2,03%, 2,4123 reales per dollari. Le azioni principali di imprese statali e banche sono cresciute, mentre i titoli della petrolifera statale Petrobras sono aumentati del 10,46%. La Banca Itaú è salita del 7,49%.

Nonostante l’incertezza domina lo scenario elettorale, il Bovespa continua la salita. È arrivata fino al 12%. La possibilità che il Brasile abbia un nuovo governo centrale e liberista ha stimolato l’acquisto dei titoli. “Le elezioni presidenziali in Brasile sono diventate un importante evento di mercato con due finali molto diversi. È rischioso essere aggressivi”, ha detto a Bloomberg l’analista di Citi, Stephen H. Graham. Una certezza però c’è: Neves, e il suo candidato al ministero delle Finanze, Arminio Fraga, sono i preferiti indiscutibili dei mercati internazionali.



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