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Kobane come Srebrenica

Kobane ormai allo stremo esattamente in questo 2014 nel quale abbiamo finalmente rimpianto con giudizio il massacro di Srebrenica, causato dalla ignavia delle truppe olandesi nel 1995.
Kobane ormai allo stremo sotto attacco da settimane e una comunità internazionale incerta nella sua arroganza, stupida nei suoi bombardamenti su obiettivi sbagliati, incapace di approvare una semplice risoluzione al Palazzo di Vetro, grazie a quella responsabilità a proteggere che consentirebbe una forte,vera e disinteressata coalizione.
No, come a Sebrenica l’ignavia incombe e le settimane passano solo scandite, per ora dai mass media internazionali, dai video dei sanguinari califfi.

Si è ignorata colpevolmente l’impossibile fatica della Turchia, del Libano, della Giordania stremate per i milioni di profughi di una guerra falsa e dettata da antipatie e interessi indicibili ma noti a tutti.
Il re è nudo, lo stesso vale per la coalizione di volonterosi, sono nudi e incapaci di vere decisioni, dell’unica vera decisione: una coalizione sotto egida dell’ONU e composta solo da coloro che hanno l’unico fine di impedire il genocidio e aiutare l’Iraq.

Così abbiamo visto le accuse ad Assad, uso armi chimiche, sciogliersi nel vento. Certo, Assad aveva depositi di armi chimiche ma quelle usate erano di fabbricazione franco-inglese e gli autori non erano tra le fila dell’esercito siriano. Non a caso, l’allarme dei giorni scorsi da Londra conferma il possesso e dunque l’uso di questi armamenti da parte di Isis. Lo stesso agente dei servizi francesi comandante di brigata dell’Isis, non è null’altro che uno dei tanti inviati ad inizio conflitto per sostenere la rivolta contro Assad.

Intanto Kobane cade e l’unico Paese serio, in questo serio momento del conflitto, è la Turchia che per molte ragioni vorrebbe intervenire via terra a difesa dei propri confini. Lo farà, lo dovrà fare e la Nato stessa sarà coinvolta e tutto si complicherà ancor di più. Sebrenica per 19 anni venne coperta dal silenzio, un colpevole silenzio sulla morte di decine di migliaia di indifesi e una nutrita messe di piaghe tutt’altro che guarite in Bosnia. Kobane rischia di essere l’ennesima pistola alla tempia del futuro del mondo, in questi casi nascondere la sabbia sotto il tavolo crea solo danni. Siria,Turchia, Libano, Iraq e Iran con gli altri Paesi interessati alla soluzione della tragedia in atto, inclusi USA e Russia, devono evitare il peggio, un peggio che si protragga per anni e dal genocidio passi al terrore sistematico.

La presidenza italiana così geniale e attiva per molti versi, ha il dovere di guidare una iniziativa, almeno un tentativo serio di costruire una coalizione reale, efficace e determinata. L’ONU attende, il M.O. e l’intero Mediterraneo aspettano, Kobane trema in attesa dell’Italia e della sua Presidenza UE. La reponsabilità è una merce sempre più rara, ora è il momento di metterla in campo sul serio.

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