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La Fed ha salvato l’Europa

Le ultime 48 ore hanno presentato un livello di volatilità che mancava da oltre 2 anni.

La chiusura in recupero di Wall Street (-0.8% dopo essere stata sotto di oltre 2 punti) ha concesso all’Asia un’altra seduta tutto sommato composta, con variazioni negative in generale inferiori al punto percentuale, ad eccezione di Tokyo. La piazza giapponese (-2.2%) è come noto assai esposta al ciclo globale e alla direzione della sua divisa che ieri ha recuperato altro terreno contro $. Il resto dell’area ottiene un po’ di supporto eventualmente dalla prospettiva di un rinvio della normalizzazione della politica monetaria FED, cosi come implicito nel movimento dei tassi US.

L’epicentro della crisi al momento è assolutamente in Europa, dove, come accennato in più di un occasione i giorni scorsi, il mercato sta perdendo ogni fiducia nell’efficacia dell’attuale stance di politica monetaria ECB, giudicata insufficiente per contenere il rischio “triple dip” (terzo ritorno in recessione dell’area senza aver mai prodotto un significativo ciclo di ripresa) e quello deflazione.

Cosi il sollievo per il recupero finale delle borse US è durato poco e gli indici hanno avuto una nuova mattinata di passione. Protagonisti della debacle odierna, i bond periferici, che hanno finito per subire il contagio del reddito fisso greco, in preda a un vero e proprio sciopero dei compratori. A fine giornata lo spread btp bund si ferma a 175 bps, dopo aver sfiorato i 200 in tarda mattinata.

Scarse le news sul fronte macro continetale (CPI settembre finale EU in linea a 0.3%), e, purtroppo, anche dall’ECB. Il secondo discorso di Draghi ieri è sparito nel nulla, e oggi dalla Banca Centrale Europea sono arrivate notizie minori e non tutte a supporto del sentiment:
– è stato ridotto l’haircut applicato ai bond greci dati in collaterale (più cash alle banche greche che offrono i loro bond in repo)
– è stata comunicata la firma del framework legale per gli acquisti di covered bonds e abs, ma le fonti riferiscono che l’inizio del programma potrebbe non essere immediato perchè vi sono ancora dettagli da definire.
– sono malauguratamente circolati stralci di un intervista di Nowotny dove dice che gli acquisti inizieranno in dicembre e che l’ECB non si deve far guidare dai mercati

In generale, un outcome deludente, viste le circostanze, ed è ironico che l’unica dichiarazione di peso sia venuta da un membro FED. Bullard, presidente della FED di St Luis, membro non votante al momento, ma considerato cartina di tornasole della view FED per il suo frequente oscillare dal campo dei falci a quello delle colombe, ha dichiarato che le attese sull’ inflazione si stanno deteriorando che una logica risposta della FED potrebbe essere di rinviare la fine del QE.
Detto ciò, il silenzio dell’ECB potrebbe anche indicare una fervente attività all’interno del Committee preludio di un azione eclatante. Se cosi fosse, entro breve inizieranno a uscire sui media indizi di quest’attività.



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