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L’effetto Renzi colpisce pure il Bruno Leoni

Le politiche e la leadership di Matteo Renzi, oltre che fare da anestetico per ogni forma di opposizione, dai corpi intermedi fino ai media, da quelli più ideologici a quelli più giustizialisti, sta colpendo anche i movimenti d’impronta liberale. Oltre alle frizioni in casa Anno Zero, e alle difficoltà di trovare una linea editoriale per giornali capaci fino a ieri di dettare un’agenza politica come Repubblica e il Fatto Quotidiano, c’è da registrare una minore efficacia dell’azione di promozione delle idee liberali, storicamente, scarsamente maggioritarie nel nostro paese.
Malgrado un interessante editoriale di Franco Debenedetti sul ruolo strategico della rete nel settore delle tlc, colpisce, sempre su Il Foglio, l’articolo di Alberto Mingardi, direttore dell’Istituto Bruno Leoni. Mingardi afferma il ruolo “positivo” dell’imprenditore (non un pidocchio ma un eroe discreto) facendo sue le parole con cui Mario Vargas Llosa racconta la vicenda di Don Felícito Yanaqué. Un piccolo imprenditore peruviano che ben rappresenta il prototipo dell’imprenditore del triveneto, qui da noi. Ecco, la sensazione è che qui da noi o si scrivono troppi libri sugli imprenditori o sono gli imprenditori stessi a scriverne troppi.



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