bene ha fatto la v.presidente della assemblea nazionale francese, sandrine mazetier, a multare il deputato che si era rifiutato di chiamarla “madame la présidente” come prescritto dal regolamento di aula. la legge è la legge. ma – come direbbero i francesi – un bravo! se lo merita anche l’anonimo deputato per aver resistito a quel “presidentessa” che anche la accademia della crusca ritiene debba essere adottato in italia, con il pubblico plauso di laura boldrini. ho cercato, disperatamente cercato di uniformarmi ma è così antiestetico rivolgersi ad una signora appellandola presidentessa, avvocatessa, architetta… constato che non sono il solo. nella vita quotidiana l’indicazione della accademia della crusca continua ad essere bellamente ignorata. sbaglia, però, chi pensa che si tratti di un rigurgito di maschilismo. nessuno esita ad avvalersi di altri titoli declinati al femminile: dottoressa, professoressa, segretaria. ma presidentessa e architetta no, non si possono proprio sentire. resisterò, anche a rischio di mancare nel boldrinano “rispetto di genere”. e poi chi lo ha detto che chiamando una signora “la presidente” il genere maschile risulti prevalente? a me sembra recessivo ma potrei essere condizionato dalle mie origini meridionali: a lecce nessuno si scandalizza se viene chiamato “l’antonio”.
Mai, signora Presidentessa!
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