È convinto di farcela il viceministro alle Infrastrutture a regolare – con dei limiti – l’attività di lobbying in Italia. Del resto ci è già riuscito una volta per primo – sempre con dei limiti – quando era presidente del Consiglio Regionale della Toscana.
Riccardo Nencini, segretario PSI, senatore, è vice Ministro alle Infrastrutture e Trasporti del governo Renzi, e nel suo ruolo che lo vede driver della riforma del Codice degli Appalti sta cercando di arrivare ad un qualcosa che oltre 60 progetti di legge (e un ddl governativo a firma Santagata, governo Prodi II) in 37 anni non sono riusciti ad ottenere: regolamentare le lobby (per le quali alcune regole peraltro già esistono, basterebbe che lo Stato le applicasse).
NORME SUL LOBBYING: LIMITI E TEMPISTICHE
L’ambito, appunto, è limitato, dato che il ddl delega su cui poi il Governo dovrebbe lavorare. La tempistica? “Il ddl delega sulla riforma degli appalti che avuto il via dal Governo lo scorso 29 agosto andrà a breve al Senato, dove dovrebbe speriamo possa essere approvato entro novembre, per poi passare alla Camera e aver l’ok entro aprile. Puntiamo ad emanare il decreto legislativo entro l’autunno 2015”.
Ma la delega non pone dei limiti al tipo di regolamentazione che si vuole ottenere?
“Certamente la normativa sarà limitata al tema della delega, sarà un primo approccio, ma faremo un lavoro per gettare trasparenza sui processi. L’idea è quella di consentire tutti gli operatori di essere messi alla pari in partenza, di poter contribuire ai processi normativi, senza che ci siano dei privilegi informativi”.
Pochi giorni fa la presidenza del Consiglio ha affidato la delega sulle lobby al ministero per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme, mentre al Senato si stanno accorpando i vari ddl (se ne attende uno, che si vocifera interessante, di Laura Puppato del PD) ed è stato nominato relatore del provvedimento il senatore ex M5s, Francesco Campanella (ora nel Gruppo Misto, con la componente ‘Italia lavori in corso’). Non si rischia un’inutile sovrapposizione?
“Assolutamente no. Stiamo cercando di avviare un percorso che si integrerà poi perfettamente con un’eventuale normativa più ampia”.
LE REGOLE
A lavorare sul tema lobby con Nencini c’è una commissione di studio istituita ad hoc al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che avrebbe individuato alcune priorità da inserire nella norma addivenire: l’istituzione di un registro pubblico dei portatori di interesse; la previsione di criteri oggettivi per l’iscrizione al registro; la fissazione alcuni criteri di reciprocità nell’acquisizione, accesso e scambio di informazioni; l’analisi preventiva di impatto ‘pubblico’ delle normative (peraltro già prevista dalla normativa AIR, mai del tutto applicata); trasparenza nell’accesso dei portatori di interessi. Una serie di punti che sembrano rispecchiare – almeno per quanto fuoriuscito – quelli del suo disegno di legge del 2013, considerato anche dagli operatori del settore un’ottima base di lavoro.
OBBLIGHI ANCHE PER I DECISORI
Ci saranno anche obblighi per i decisori pubblici?
“Certamente sì. Dovranno attenersi alla norma e rapportarsi solo con i soggetti iscritti. Chiunque ricopra un ruolo istituzionale, se riceve un lobbista, dovrà annotare su un registro apposito tutto su quell’incontro: chi era, chi rappresentava e cosa chiedeva la persona ricevuta”.
Proprio su questo punto, ricordiamo, si areno in un Consiglio dei Ministri dell’estate 2013, la proposta che sarebbe dovuta uscire dal Governo Letta. In prima fila ad opporsi a questo tipo di obblighi c’era l’allora Ministro dell’Agricoltura e oggi capogruppo NCD, l’on. Nunzia De Girolamo, che parlò addirittura di “legge sovietica”, e che fece in modo di non dare seguito al primo esperimento di norme sul lobbying avviato dal suo predecessore al MIPAAF, Mario Catania.
Nencini ha già regolamentato una volta le lobby, in Toscana, prima Regione italiana nel 2002, seguita poi da Molise e Abruzzo e Molise, anche se da più parti sulla norma sono piovute critiche, essendo rivolta solo alle associazioni, ed escludendo quindi aziende e consulenti.
“In realtà la mia proposta era assai diversa. Il Consiglio Regionale ha poi deciso di procedere in quel modo. Si è scontato anche un certo approccio ideologico di vedere le lobbies”.
IL CONVEGNO, SABATO 4 OTTOBRE
E proprio in Toscana, a Firenze, sabato 4 ottobre [vai alla locandina della conferenza] Nencini si siederà intorno ad un tavolo – moderato dall’ex deputato (nel 2006 presentò anche una proposta sul lobbying) ed oggi docente di comunicazione politica Chiara Moroni – con lobbisti tra i quali Tony Podesta (fondatore del Podesta Group), Patrizia Rutigliano (Direttore Relazioni Istituzionali e Comunicazione di SNAM, e presidente di FERPI), Simone Bemporad (Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne del Gruppo Generali), Simone Crolla, Consigliere Delegato dell’American Chamber of Commerce in Italy e per breve tempo deputato nella scorsa legislatura.
Con loro ci saranno anche Mariastella Gelmini, Vice Presidente Vicario del Gruppo Parlamentare FI della Camera e – principalmente – Luca Lotti, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e uomo tra i più vicini a Matteo Renzi. Un tavolo di grande livello in cui si parlerà di regolamentazione dell’attività di lobbying proprio in vista delle nuove norme.
LOBBY CHE FRENANO
Un convegno che però sembra presentare una sedia vuota. I consulenti, che rappresentano una fetta importantissima del lobbying in Italia, e che da anni si battono per ottenere regole. E da alcune parti viene adombrata l’idea che alcuni lobbisti, principalmente quelli facenti capo ad aziende partecipate dallo Stato o ex monopoliste, frenino di fronte ad ogni tipo di regolamentazione complessiva.
“Lei è un peccatore impenitente” [intendendo a pensare male, NdR], risponde non rispondendo – ma nemmeno smentendo – il Viceministro Nencini, che però rassicura. “Ma questo è solo il primo convegno che il Ministero terrà sul tema, ne seguiranno altri presto cui faremo intervenire anche i consulenti, certamente. L’obiettivo finale è quello di regole che portino trasparenza e pari condizioni per tutti”.
ORIANA E “DAGLI AMICI MI GUARDI IDDIO”…
Nel suo bellissimo “Intervista con la storia” Oriana Fallaci – di cui Nencini fu amico, pubblicando anche un libro su di lei, “Morirò in piedi” – scrisse: “Pietro Nenni [leader storico del PSI, NdR] sarebbe stato uno splendido presidente delle Repubblica, e ci avrebbe fatto bene averlo al Quirinale. Ma non glielo permisero, non ce lo permisero. I suoi amici prima ancora dei suoi nemici”. Ecco, si spera che ad un altro socialista, Nencini in questo caso, che le regole le farebbe e bene, non sia impedito a proprio dagli “amici” di arrivare all’obiettivo.