Ci sono delle giornate di Ottobre in cui il Piemonte sembra Sicilia. Tutta opera dell’umidità è. E’ lei che rende opaca la vista delle colline brulle d’autunno. Che fa un tutt’uno di cielo e terra tra i filari in Monferrato e in Langa. L’umidità di scirocco ingrossa il mare e, onda dopo onda, annebbia la vista della costa facendo un tutt’uno di cielo e terra, mare e sabbia. Ottobre si inoltra nel calendario e, nel ripetersi delle settimane, come il ritmo delle onde e dei tramonti, e delle albe nebbiose, si avvia a omaggiare i Santi e i Morti. Lo scirocco è il respiro stanco della natura. L’onda lunga si stende sul pelo libero dell’acqua quasi a volersi stiracchiare, un’ultima volta, prima di infrangersi in un ultimo spumeggiante ribollire di vita. In quella schiuma bianca che rivolta il bagnasciuga pronto per il riposo invernale. Alla nuova stagione. Tra i filari di vite c’è chi procede alla potatura che chiude una stagione e ne prepara un’altra. L’aria di scirocco ti fa grave la vita, e i pensieri. Guardi alla vita come da dietro due cataratte. Quelle di lacrime da cui guardi la foto sulla lapide muta.
Ottobre in Piemonte. E Sicilia
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