L’ipotesi di acquisizione della maggioranza di Metroweb, la società controllata dai fondi F2i e Fsi di Cassa depositi e prestiti da parte di Telecom Italia, lascia il campo della fantafinanza, impensierisce il governo e mette in allarme il Pd, e non solo, che traccia i rischi di quello che è stato definito uno scenario “inquietante”. Mentre tra Palazzo Chigi e dicastero dello Sviluppo economico non si trovano troppi tifosi dell’operazione in fieri.
IL RISCHIO ANTITRUST
Se l’operazione andasse in porto, l’attuale monopolista della rete in rame deterrebbe presto anche la rete in fibra ottica di nuova generazione. Il potenziale rischio antitrust, ovvero di concentrazione, sulla base della legge 287 del ’90, prefigurato da Formiche.net allargava già il campo ad un’alternativa: “Non è preferibile per la rete di nuova generazione una società terza o una società partecipata da tutti i principali operatori del settore?”.
LE PREOCCUPAZIONI DEL PD E DELLA LEGA
E’ il Partito Democratico a spingere verso questa direzione: “Oggi si torna a parlare di scorporo della rete fissa: facciamola in fretta e facciamola bene”, ha detto Cristina Bargero (Pd), componente della commissione Attività produttive alla Camera.
“E’ necessario – ha affermato la deputata del Pd – che Governo e Antitrust intervengano su questa operazione per evitare che la competizione nelle telecomunicazioni fisse, già a serio rischio, sia completamente azzerata”.
Per il senatore del Partito Democratico, Stefano Esposito, vice presidente della Commissione Infrastrutture di Palazzo Madama, l’acquisizione della maggioranza di Metroweb da parte di Telecom delineerebbe uno scenario “inquietante”: “Negli ultimi giorni si torna a parlare della rete fissa di telecomunicazioni, con uno scenario inquietante. L’ operazione, fatta in stanze chiuse, con cui il monopolista comprerebbe l’ unico operatore alternativo sulla fibra fino a casa dei cittadini, va contrastata”.
Quanto potrebbe accadere alla rete fissa di telecomunicazioni sta preoccupando in queste ore anche la Lega: “Non possiamo stare a guardare mentre Telecom acquisisce, come sembra, la maggioranza di Metroweb”, ha dichiarato il senatore della Lega Nord, Jonny Crosio. “Mi chiedo – aggiunge Crosio – cosa stia facendo il Governo per salvaguardare quel poco di concorrenza che ancora rimane nelle telecomunicazioni fisse”.
LE MOSSE DEL GOVERNO
Nel frattempo secondo le anticipazioni di Repubblica il governo starebbe mettendo a punto un piano per scorporare la rete in mano a Telecom Italia. L’obiettivo? Colmare i ritardi della banda larga in Italia spingendo le società di telecomunicazione a investire nelle reti di nuova generazione. Secondo le indiscrezioni di Repubblica il governo sarebbe pronto a intervenire “diventando socio di Telecom Italia – anche assieme ad altri operatori telefonici e partner industriali del settore – in una società ad hoc che avrebbe il controllo dell’infrastruttura”.
Il piano anti-scalata del governo giungerebbe così in concomitanza con l’uscita degli spagnoli di Telefonica che verranno sostituiti dal gruppo francese Vivendi. A questo va aggiunto l’interesse mostrato da investitori istituzionali in arrivo anche da paesi al di fuori della Ue in seguito alla progressiva uscita di scena dei soci italiani Intesa, Mediobanca e Generali che ha di fatto reso l’ex monopolista italiano una public company.
IL RUOLO DI CASSA DEPOSITI E PRESTITI
L’ipotesi al vaglio del governo annunciata da Repubblica prevede l’ingresso nel progetto di scorporo di Cassa Depositi Prestiti, tramite il Fondo strategico che ha una quota rilevante di Metroweb: “L’idea è quella di arrivare a prendere un 40 per cento della società della rete per poi salire in maggioranza nell’arco di un triennio. Per poi aprire il capitale ad altri partner, anche stranieri”, ha scritto Luca Pagni del quotidiano diretto da Ezio Mauro.
LE PERPLESSITA’ GOVERNATIVE
Tra Palazzo Chigi e largo di Brazzà, sede degli uffici delle Comunicazioni del ministero dello Sviluppo economico, non si incontrano troppi consensi nei piani che intersecano Telecom e Metroweb. Se Renzi non si è ancora espresso, il sottosegretario Antonello Giacomelli vorrebbe capirne di più per evitare – come dicono alcuni addetti ai lavori – che con l’operazione si ammazzi il mercato e si ri-monopolizzi pure la rete in fibra ottica