UCRAINA
Si vota domenica e i risultati previsti dovrebbero essere positivi. Si assisterà probabilmente a un rafforzamento della componente centrista e pragmatica guidata dal presidente Poroshenko a spese di quella radicale e ultranazionalista che ha espresso Yatsenyuk come primo ministro. Una riduzione della conflittualità sul campo è un presupposto per lo smantellamento delle sanzioni, che richiederà comunque ancora alcuni mesi.
Fino ad oggi le sanzioni hanno fatto più male alla Russia che all’Europa dal punto di vista economico, ma la capacità di tenuta dell’Europa rispetto alla stagnazione è molto più bassa di quella della Russia rispetto a una
recessione anche pesante. Putin lo sa benissimo e potrebbe essere indotto ad alzare il tiro se dall’Ucraina non arriveranno concessioni.
BRASILE
Anche qui si vota domenica. Il peso di queste elezioni è enorme, non solo per il Brasile ma per tutti i mercati emergenti e anche per noi. L’alternativa è analoga a quella sperimentata dall’India nelle elezioni di
maggio. Da una parte la continuazione di una politica di stagnazione e populismo, dall’altra un forte orientamento procrescita. Dopo la vittoria di Modi la borsa di Mumbai è salita per quattro mesi. La performance misurata
in euro è del 40 per cento dall’inizio dell’anno e lo scenario rimane molto positivo.
In caso di vittoria di Neves, la borsa di San Paolo aprirà lunedì con un fortissimo rialzo, ma andrà comprata comunque e molto aggressivamente. I sondaggi indicano un finale sul filo di lana. Alcuni, in Brasile, hanno già
comprato. Il rialzo in caso di vittoria di Neves sarà infatti più ampio del ribasso in caso di conferma della Rousseff. La borsa di San Paolo è del resto a buon mercato.