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Via libera alla Cotif per le ferrovie

Uniformare il diritto di trasporto ferroviario internazionale e spingere sull’adozione di misure per eliminare gli ostacoli al passaggio di frontiera. Sono gli obiettivi della Convenzione relativa ai trasporti internazionali ferroviari (Cotif) del 9 maggio 1980, il cui pdl di ratifica è stato approvato alla Camera dopo il via libera del Senato. Al Cotif aderiscono 41 Stati (Paesi dell’Unione europea, vicino Oriente, Maghreb).

I NUOVI OBIETTIVI Gli obiettivi che la nuova Convenzione si propone di raggiungere sono principalmente cinque: distinzione delle responsabilità tra gestori dell’infrastruttura e imprese di trasporto; fluidificazione e sviluppo organico del trasporto ferroviario internazionale; superamento degli ostacoli giuridici e tecnici relativi alla circolazione ferroviaria in traffico internazionale; creazione di una base giuridica che contribuisca alla soppressione degli ostacoli che impediscono il superamento delle frontiere nel traffico ferroviario internazionale; ridefinizione delle condizioni relative al risarcimento danni in caso di incidente o in caso di ritardo del treno.

LE MODIFICHE RISPETTO AL 1980 La nuova convenzione interviene sul testo del 1980 modificandolo sostanzialmente tre punti. Viene circoscritto il riferimento agli “altri danni” solo a quelli “fisici” in merito alla riparazione. Il risarcimento in caso di morte o ferimento viene aumentato da 70.000 a 175.000 unità di conto. Viene, infine, introdotta la possibilità di risarcimento su istanza di parte di eventuali spese di alloggio e di assistenza in caso di soppressione de treno, ritardi o mancata corrispondenza.

I VANTAGGI PER L’ITALIA Secondo la relazione di accompagnamento al testo, la ratifica del Protocollo porterebbe diversi benefici per le pmi che operano nel settore: si avrebbe la possibilità di avere basi contrattuali comuni e unanimemente accettate e condivise, da cui ne deriverebbe una maggiore certezza in ambito di diritto internazionale applicabile alle diverse situazioni; sul piano commerciale sarebbero determinate regole comuni ad esempio circa la gratuità di determinate operazioni garantirebbe la tutela dei diritti delle imprese più piccole rispetto a quelle più grandi e più in generale l’impossibilità per i soggetti più forti o in posizione di monopolio di effettuare deroghe rispetto ai principi espressi nelle appendici in questione. L’intervento regolatorio, infine, porterebbe ad un aumento della competitività internazionale per le imprese italiane oltre che a fornire un contributo allo sviluppo potenziale delle attività nel settore.

GLI ONERI L’onere che deriva dalla ratifica è valutato in poco più di 135.000 euro. Qualore l’Italia non avesse ratificato l’ccordo, il nostro Paese rischiava l’apertura di una procedura d’infrazione. (FRA)



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