Bruno Morchio è in libreria con “Un conto aperto con la morte” – Edizioni Garzanti, l’ultima indagine di Bacci Pagano. L’investigatore privato dei Carruggi. Un giallo, questo, che è anche un romanzo. Una seduta psicoterapeutica dell’autore con se stesso. Perché in effetti, lui, l’autore che nella vita reale, quella non letteraria, è appunto uno psicoterapeuta ma anche uno scrittore, in questa vicenda letteraria gioca su due diversi piani narrativi: quelli offerti dai due protagonisti della vicenda che sono uno scrittore e l’investigatore, il suo personaggio che, da un decennio, è il suo alter ego tra i Carruggi.
Il personaggio che gli ha permesso di raccontare la bella Genova e di intervenire sulla vita reale del capoluogo ligure affermando la propria identità comunista e sessantottina con la speranza, che forse è solo un’illusione, che le sue riflessioni a mezzo “gialli” potessero rimanere attaccate alla realtà più a lungo di quelle esposte a mezzo editoriali sui quotidiani.
L’escamotage letterario che rimanda al genio tutto pirandelliano, e qui capovolto, dei personaggi in cerca d’autore diventa quindi quello dell’autore in cerca di personaggi. E funziona. Permette, infatti, di sbloccare l’autore di gialli della vita reale così come l’autore nella finzione del giallo-romanzo. Perché, come dice bene Giuseppe Culicchia una volta che sei diventato scrittore e devi scrivere questa volta avendo già il contratto firmato, non è facile secernere ispirazione.
Un esperimento galileiano dunque questo ultimo libro di Bruno Morchio. In cui moltiplicando i suoi alter ego diventa un altro autore che scrive un giallo raccogliendo tutto il precipitato dei sapidi incontri con Bacci Pagano alle prese con un’ultima indagine dove è la letteratura che pare inseguire la vita.
Bruno Morchio è un bravo narratore. E’ sorretto dalla più religiosa delle fedi laiche, ed ha, dalla sua, la capacità d’ascolto sviluppata per via della sua professione. In questo spostarsi, ora sul lettino, ora sulla sedia, costruisce il suo ingranaggio di fatti e di personaggi srotolando tutta la sua mente, tutta la sua vita. Facendola a brandelli con la cura certosina di chi sa frugare nei più oscuri anfratti delle menti degli altri e che per scrivere è costretto a fare a brandelli la propria per scovare aneddoti, fatti, emozioni e retroscena dell’umanità che ha analizzato e che nella trasfigurazione poliziesca diventano materia letteraria da romanzo. Dove tutti si possono specchiare.
Questo giallo è anche il meno genovese della serie. Perché Bacci, scampato per miracolo alla morte, colpito alla testa nella sua indagine immediatamente precedente e che in questo libro troverà il tanto atteso esito ed epilogo, è costretto a muoversi poco. E dunque vive poco Genova, il suo mare, la maccaia che la batte, i suoi vicoli pieni di tutta l’umanità possibile. E che invece scorre seduta sopra al divano che è la trasfigurazione del lettino dello psicoterapeuta.
E’ arrivato dunque il momento perché la Rai o la Palomar rompano gli indugi e si decidano. Serve un buon regista che sappia trovare i volti giusti per dare a Bacci Pagano la popolarità e l’eternità della TV. Così come è stato per il Commissario Montalbano di Camilleri. E che dia a Genova la vetrina che si merita. Che ne sappia illuminare tutti gli scorci come un autore profondamente innamorato della sua città come Bruno Morchio ha saputo fare. A maggior ragione adesso che Genova è ferita. Un ottimo investigatore come Bacci Pagano, come è stato il Commissario Montalbano per Scicli e dintorni in Sicilia, saprà fare per la Liguria molto di più di quello che il partito per il quale l’investigatore/scrittore ha sempre votato non ha saputo fare. Sperando che si possa mettere ordine e rimedio a quanto, troppo, è invece stato fatto senza scrupoli da quel sottobosco di malaffare, sconosciuto alla ribalta nazionale, che aveva il suo vertice nel capobastone Scajola. Un sottobosco fatto da geometri, ragionieri, mezze calzette, Azzeccagarbugli di ogni risma che nell’ombra degli ossequi al loro signorotto hanno distrutto costa e territorio facendo carne di porco della riviera da Levante a Ponente.
Statene certi Bruno Morchio che ha fatto la fortuna della più originale operazione editoriale degli ultimi anni in Italia La Frilli Editori, ora autore Garzanti, è pronto per finire su Rai Uno a lunedì sera mandando finalmente in pensione, almeno nel nostro immaginario, Salvo Montalbano.