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Blogger non si nasce, si diventa. La ricetta di Riccardo Esposito per “Fare blogging”

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«Avete presente una mela dipinta da Cézanne? Tre tocchi e c’è tutto: il colore, il peso, la polpa. Vorrei che le parole che uso avessero il peso delle mele di Cézanne».

Inizia con una citazione di George Simenon la prefazione di “Fare blogging, il mio metodo per scrivere contenuti vincenti”, il nuovo libro di Riccardo Esposito, uno dei blogger ed esperti di comunicazione online più brillanti in circolazione. Il volume, edito da Dario Flaccovio Editore, è un utile vademecum per pianificare e scrivere post e contenuti di qualità.

Ma se pensate che “Fare blogging” sia la chiave per conoscere tutti i segreti del mestiere, vi sbagliate. Nell’“infinito” della Rete non esiste, infatti, un metodo scientificamente provato per diventare un blogger di successo né per pubblicare capolavori del web.

Il libro di Esposito ha il merito, però, di tracciare uno dei percorsi possibili per fare blogging. E si tratta di un metodo comprovato proprio dall’autore che sul suo blog, My social web, ha sperimentato per anni le tecniche di blogging più efficaci. “Fare blogging” è, quindi, il risultato di un lungo lavoro fatto di osservazione e azione, che prende spunto dall’etnografia.

Il libro è diviso in due sezioni: una più teorica, basata sull’organizzazione e la pianificazione del lavoro (obiettivi, tempi, target, interazione con utenti e lettori) e una più pratica, in cui ci si focalizza sui metodi di scrittura di un post, dal titolo alla scelta del font passando per l’ottimizzazione dei contenuti in ottica SEO. Non mancano interventi e consigli di esperti di web writing e marketing, tra cui Benedetto Motisi e Salvatore Russo.

Perché fare blogging non significa banalmente scrivere seguendo il flusso della creatività. Il blogging è una attività più complessa. È una professione a tutti gli effetti ed è necessario acquisire competenze per poter affinare il proprio lavoro.

Abbiamo fatto quattro chiacchiere proprio con l’autore del libro, Riccardo Esposito, per avere una mappa più chiara che ci guidi nell’universo poco conosciuto del blogging.

Riccardo, blogger si nasce o si diventa?

Blogger si diventa. La buona scrittura, gli spunti, la propensione alla condivisione, alla discussione sui social: sono aspetti che possono essere acquisiti nel corso degli anni. Io sono diventato blogger grazie a My Social Web. C’è solo un elemento che deve far parte del tuo bagaglio a priori: la capacità di metterti in discussione. Se hai questa virtù dalla tua parte puoi raggiungere qualsiasi obiettivo come blogger (almeno in teoria).

Quali sono gli ingredienti per scrivere “contenuti vincenti”?

Una buona architettura dell’articolo, la leggibilità, il rispetto delle regole, la scelta di un’immagine… ci sono tanti ingredienti. Ma c’è un elemento che ha il ruolo principale: mettere il pubblico al centro. Quando riesci a mettere il lettore al centro della tua opera di scrittura stai prendendo la giusta direzione. Perché un contenuto vincente è un contenuto capace di attirare l’attenzione del lettore, del tuo lettore. Non è un contenuto scritto secondo le regole della grammatica e della sintassi. Ben inteso: vanno rispettate sempre, ma non basta scrivere bene. La buona scrittura è la base, per scrivere contenuti vincenti online bisogna ascoltare il pubblico.

Blogging e personal branding. Che legame c’è tra queste due parole?

Un legame impossibile da ignorare, intenso e bidirezionale. Fare blogging vuol dire mettere in primo piano la propria persona, pubblicare articoli che prendono forza dal tuo nome e cognome. Al tempo stesso la pubblicazione di contenuti di qualità si lega al tuo nome: in questo modo ti fai conoscere come persona esperta del settore. E quando qualcuno che avrà letto il tuo articolo avrà bisogno di un professionista si ricorderà di te. Certo, è un percorso teorico. Però il modo più semplice per guadagnare con il blogging è questo: attraverso la strada indiretta.

Molti ritengono che il blog aziendale sia uno strumento strategicamente superato. Che ne pensa? 

Sul serio? Forse sono quelli che hanno usato il blogging aziendale per diffondere contenuti commerciali senza ottenere alcun risultato. Il percorso è semplice: pubblico fuffa, nessuno segue il blog, quindi il blog non funziona ed è superato. Ma cosa vogliono i lettori? Cosa vogliono veramente i lettori del tuo blog? Vogliono la pubblicità che proponi ogni giorno? Oppure vogliono contenuti utili? Fin quando le aziende continueranno a vedere il blog come uno strumento per amplificare la pubblicità tradizionale non otterranno mai risultati degni di questo nome.

Mi elenca almeno 5 buoni motivi per cui un brand dovrebbe puntare/investire su un blog aziendale?

– Parlare con i clienti.

– Creare un rapporto paritario.

– Rispondere alle domande.

– Mostrare il volto umano.

– Risolvere problemi in pubblica piazza.

Ho evitato motivazioni tecniche di proposito. Avrei potuto citare lead generation e brand awareness, in realtà io credo che le aziende debbano puntare molto sul rapporto umano del blogging.

Tre consigli “d’oro” a chi vuole diventare un blogger di professione…

Sul mio libro (Fare Blogging – Il mio metodo per creare contenuti vincenti) ne puoi trovare tanti, ma la sintesi è questa:

– Ascolta il pubblico.

– Semplifica.

– Non mollare mai.

 

di Alma Pantaleo


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