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La bolletta elettrica delle imprese italiane

L’elevata spesa elettrica sostenuta dalle imprese italiane incide negativamente sulla loro competitività. Tra il 2008 e il 2013 il prezzo medio effettivo degli utenti non domestici è cresciuto del 23% mentre in assenza di finanziamento alle rinnovabili sarebbe rimasto sostanzialmente invariato.

COSA PESA IN BOLLETTA

L’elevata spesa elettrica sostenuta dalle imprese italiane riflette prezzi che sono più alti nel confronto internazionale per effetto di un mix energetico relativamente più sbilanciato sul gas (più efficiente e con un migliore impatto ambientale ma più costoso di altre fonti come il carbone) e di oneri di finanziamento delle energie rinnovabili particolarmente elevati. La maggior incidenza del gas nella generazione elettrica pesa sulla voce energia della bolletta in misura maggiore rispetto alla Germania, che beneficia di “un uso più intensivo del carbone (poco meno del 50% dell’energia elettrica prodotta contro il 15% di Italia e Spagna)” o alla Francia, che dispone di “impianti elettronucleari […] con cui viene generata l’80% dell’elettricità”.

La scelta del mix elettrico dovrebbe essere influenzata anche dalle emissioni di gas serra associate alle singoli fonti”, tuttavia ciò non avviene a causa del “malfunzionamento del sistema EU ETS” che si riflette nel “calo della domanda di permessi, da ascrivere sia alla crisi economica sia alla maggiore penetrazione di rinnovabili, a fronte di un’offerta invariata”. Inoltre, l’Italia assieme alla Germania sono “i Paesi con la più alta incidenza di tasse e oneri sul prezzo finale” che riflette oltre alla “più elevata pressione fiscale, il peso crescente dei sussidi alle fonti energetiche rinnovabili (FER) elettriche”.

UN FARDELLO PER LE PMI

Dall’analisi della spesa elettrica [che l’autore ricostruisce con fonti e metodologia riportati nella versione estesa dell’articolo] emerge: che nel 2011le “imprese manifatturiere italiane con 20 addetti e oltre è ammontata a quasi 14 mld. euro” pari al “70% della spesa energetica delle imprese”, il 47% del quale sostenuta dalle PMI;che la spesa elettrica in percentuale del fatturato è maggiore per le PMI: nel 2011 […] quasi un punto in più rispetto alle grandi imprese”; che “la spesa elettrica è cresciuta di più per le PMI: nel periodo 2003-2011 […] del 51% per le PMI e del 20% per le grandi imprese”.

Ne risulta che “il divario di crescita della spesa elettrica tra PMI e grandi imprese aumenta dopo il 2009 e pare accentuarsi al crescere del supporto delle rinnovabili.” In linea con questo trend, l’autore avverte che “nel corso del 2014 questo divario tra piccoli e grandi consumatori si amplierà ulteriormente per le misure, introdotte dai Governi Monti e Letta, finalizzate a ridurre il peso degli oneri di sistema per le imprese energivore”.

COME RIDURRE LA BOLLETTA

Diversamente dai suoi predecessori, “il Governo Renzi si è posto l’obiettivo di ridurre del 10% il costo dell’energia elettrica per le PMI, senza oneri per la finanza pubblica” che pertanto “andrà, nel caso di quelle non energivore, a compensare l’aumento deciso per il 2014 dal provvedimento del Governo Letta”. In conclusione, “i più recenti interventi in tema di costi energetici delle imprese, in particolare con riferimento agli oneri derivanti dal finanziamento delle rinnovabili, sono stati discontinui, poco incisivi e non sempre coerenti”.

Di conseguenza, “in prospettiva, sarebbe opportuno disegnare una strategia che consenta di ridurre in modo permanente il peso degli oneri fiscali e parafiscali sul prezzo dell’energia elettrica”. L’autore individua due quesiti fondamentali cui è necessario rispondere: “a quali imprese ridurre i costi”, sottolineando che “sarebbe preferibile adottare un approccio più strutturato” rispetto a quello cui si è assistito finora, e “come reperire le risorse necessarie”, ambito nel quale “le opzioni possibili sono numerose, ma hanno implicazioni distributive ed effetti aggregati molto differenti che vanno valutati con attenzione.”

Trovi l’articolo completo sul numero 3.2014 della Rivista Energia. Nel caso in cui gli estratti riportati risultino parziali, si rimanda all’articolo originale per maggiore esaustività.



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