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Che cosa prevede il piano Juncker. Panacea o bluff?

Si chiariscono i contorni del piano Juncker che fa già discutere politici e addetti ai lavori.

L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE

Questa mattina il piano è stato presentato dal Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker agli eurodeputati, riuniti in sessione plenaria a Strasburgo. Nell’intervento il neo Presidente della commissione ha fornito qualche dettaglio in più rispetto alla frase spot che ripeteva da mesi:  “Il bilancio europeo mobiliterà fino a 300 miliardi di investimenti pubblici e privati in tre anni”.

LE ATTESE

Il tam tam mediatico aveva creato illusioni e soprattutto nei Paesi in difficoltà si erano create tante aspettative. In molti avevano creduto che sarebbe presto arrivata una pioggia di investimenti, nell’immaginario collettivo l’Europa sarebbe diventata uno sportello bancomat pronta ad elargire finanziamenti.

I VERI NUMERI

Oggi il chiarimento: in realtà i miliardi sono “solo” ventuno che dovrebbero diventare 315 grazie a un “fantomatico effetto moltiplicatore”. In altri termini le risorse comunitarie ammontano a 21 miliardi di cui 5 stanziati dalla BEI e i 16 restanti provengono da garanzie del bilancio europeo.

LA SPERANZA DI JUNCKER

La speranza del presidente della Commissione di Bruxelles è che per ogni euro investito, si produca un effetto moltiplicatore (da 1 a 15) grazie al contributo di risorse pubbliche e private. Quindi chiarito che i miliardi iniziali non saranno 300, la vera e unica novità positiva del piano di investimenti è rappresentata dal fatto che “I contributi degli Stati saranno fuori dal deficit e dal debito”, quindi non verranno conteggiati nei parametri fissati dal Patto di Stabilità.

LE PAROLE DI KATAINEN

Chiarito il bilancio, adesso rimane da spiegare ai cittadini che il falco Katainen (Vice Presidente responsabile del pacchetto economico) ha dichiarato che il piano di investimenti europeo “è rivolto a progetti ad alto rischio”, che altrimenti difficilmente potrebbero venire finanziati.

LE INCOGNITE

Gli addetti ai lavori immaginano bandi per accedere ai finanziamenti specifici e contorti, e  successiva valutazione affidata a rigidi comitati da esperti. Secondo Juncker, “il Piano sugli investimenti si può riassumere in un messaggio unico: l’Europa ora può offrire speranza al mondo su crescita e lavoro”, i maligni invece aspettano di vedere in che direzione andranno i finanziamenti. Direzione Berlino? Tra gli italiani, fra Strasburgo e Bruxelles, si spera di no.

Ecco di seguito alcuni tweet di giornalisti ed esperti di cose europee che commentano il piano:



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