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Che cosa è successo ai Popolari in Emilia Romagna

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Il voto per il rinnovo del consiglio regionale dell’Emilia-Romagna dimostra che di questa politica ‘non se ne fa niente’ nessuno. Un’affluenza così bassa e l’esplosione della Lega (secondo partito in regione) dimostrano che il sistema PD comincia a mostrare i primi segnali di crisi vera e che ora bisogna tornare a fare politica veramente. Quindi cominciare a costruire un’offerta politica che parte da tre temi cardine: identità del territorio, più comunità meno burocrazia e occupazione vera.

Basta chiacchiere. Basta populismi. Basta falsi sorrisi. Noi come Popolari per l’Italia non abbiamo preso parte a questa sfida elettorale proprio perché non abbiamo trovato uno spazio idoneo a rappresentare la ‘coscienza inquieta’ (cit. Adriano Olivetti) della nostra gente. Abbiamo preferito costruire partendo dai territori, con l’umiltà e la consapevolezza che solo partendo dal rianimare la partecipazione democratica delle piccole comunità territoriali possiamo riportare la politica nella casa dei cittadini emiliani-romagnoli. E questa nostra posizione è un forte segnale di comprensione e vicinanza nei confronti di chi non è andato a votare. Dobbiamo partite da questo fallimento per ricostruire il campo popolare con nuove parole d’ordine e il desiderio di esplorare scenari politici veramente innovativi. Due giorni, a Faenza, ne abbiamo dato un primo assaggio: giornata insieme alla comunità moldava faentina per parlare di Europa e rinnovo delle cariche parlamentari moldave.

In questo noi Popolari per l’Italia stiamo accompagnando il partito liberal democratico moldavo nella sua lotta per una piena integrazione europea. Centinaia di persone che hanno apprezzato il nostro impegno per una #veraintegrazione nelle nostre terre. Una strada che va costruita stando in mezzo alle diverse comunità che costruiscono il puzzle delle nostre città, andando oltre il leghismo di lotta e la solidarietà pelosa della sinistra.

Per questo giovedì 27 novembre 2014 taglieremo il nastro alla costituente dei Popolari per L’Emilia-Romagna. Saremo in tanti, a Bologna, a prendere un impegno con i cittadini Emiliano -romagnoli: i popolari per l’Emilia-Romagna saranno in prima linea per riportare a votare la gente. E partiremo da costituenti comunali perché non ci saranno né capi né capetti. Ci saranno solo comunità politiche capaci di rappresentare veramente il grido dei territori che non vuole più appaltare alla sinistra la gestione del territorio.


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