Visa e MasterCard volano sulle ali di trimestrali al di sopra delle previsioni degli analisti: i consumatori virano sempre più verso l’utilizzo delle carte di credito e debito a scapito di contante e assegni. Ma soprattutto a entusiasmare Wall Street c’è l’annuncio della Cina che aprirà il suo mercato dei pagamenti: non esistono dettagli su tempi e modi ma gli azionisti credono in una ghiotta occasione per Visa, MasterCard e le altre società americane dei pagamenti elettronici.
AUMENTANO LE TRANSAZIONI
Nei tre mesi terminati il 30 settembre, Visa ha riportato utili di 1,07 miliardi di dollari, in calo del 10% rispetto a un anno prima ma per una spesa una tantum per una causa legale che ha dovuto affrontare. Il risultato è comunque superiore alle aspettative degli analisti, così come il fatturato, cresciuto dell’8,6% a 3,23 miliardi di dollari. I consumatori hanno effettuato pagamenti ai negozi con le carte Visa per 1.200 miliardi di dollari, con un incremento dell’11% del volume di pagamenti rispetto a un anno prima. La crescita non si deve solo ai mercati emergenti in espansione: il Ceo di Visa Charles Scharf ha sottolineato la forza del mercato statunitense, dove le transazioni sono aumentate dell’8% nei tre mesi terminati il 30 settembre.
“Gli analisti temevano che il quadro macroeconomico non brillante potesse danneggiare Visa, ma i target di utili e fatturato restano alti”, commenta Sanjay Sakhrani, analista di Keefe, Bruyette & Woods. “Le persone usano ancora di più la carta di credito. E’ una buona notizia”, sottolinea James Friedman, analista del gruppo Susquehanna Financial.
Anche MasterCard ha riportato risultati al di sopra delle aspettative, con utili che balzano del 15% a 1,02 miliardi di dollari, fatturato in crescita del 13% a 2,50 miliardi e un salto del 12% nel volume delle transazioni (gross dollar volume o GDV, ovvero acquisti e prelievi bancomat con le carte MasterCard). Ajay Banga, presidente e Ceo di MasterCard ha commentato: “Abbiamo registrato risultati solidi nel trimestre, con crescita a due cifre di utili e fatturato, nonostante il quadro economico non sempre favorevole”.
LA REAZIONE DI WALL STREET
Non che manchi qualche nube all’orizzonte: Visa ha detto che il suo outlook di breve termine resta “cauto” per il “modesto ritmo” della ripresa economica, per le tensioni geopolitiche, l’emergenza Ebola e il rafforzamento del dollaro Usa. Tuttavia le trimestrali positive, più i dati del governo americano che indicano una crescita economica del 3,5% nel terzo trimestre, grazie anche a una ripresa della spesa dei consumatori, mettono il vento in poppa alle società delle carte di credito, premiate dagli investitori; Visa ha guadagnato, il giorno dopo la pubblicazione della trimestrale, l’8% (anche perché ha annunciato un programma di buyback di azioni da 5 miliardi di dollari), il titolo MasterCard ha fatto un balzo di quasi il 7%.
Wall Street è anche soddisfatta dall’annuncio della Cina che porrà fine al monopolio di Stato sull’industria dei pagamenti: un’occasione ghiotta per i big delle carte di credito americani, che potrebbero ottenere accesso a un mercato che vale 1.000 miliardi di dollari e che si prevede in rapida espansione.
“La Cina è un’area geografica importante che prima queste aziende non potevano pensare di penetrare”, nora Friedman di Susquehanna Financial.
L’APERTURA DELLA CINA
Il Consiglio di Stato cinese ha fatto sapere nei giorni scorsi di aver deciso che aziende nazionali ed estere “qualificate” potranno fare richiesta per istituire in Cina attività di gestione dei pagamenti con le carte di credito. La decisione è parte della volontà della Cina di aprire il suo settore finanziario, anche se per ora non sono stati fissati tempi di realizzazione né specificati altri dettagli.
Al momento la China UnionPay Co. ha in pratica il monopolio nelle attività legate alla gestione dei pagamenti denominati in yuan tramite le carte bancarie e di credito. La società è controllata dallo Stato ed è direttamente collegata con la Banca centrale cinese. Le carte Visa, MasterCard e American Express sono accettate in Cina, ma le banche cinesi non possono emettere carte delle società americane, ma solo quelle col marchio China UnionPay.
Da tempo Visa, MasterCard, American Express e altre società internazionali premono per avere un ruolo sul mercato cinese e la decisione di Pechino è stata accolta con soddisfazione. Ma resta l’incertezza su tempi e modi dell’implementazione: per esempio non è chiaro se Visa, MasterCard e le altre dovranno comunque fare richiesta per ottenere una licenza a operare in Cina.
“Sistemi di pagamento aperti offrono occasioni di crescita perché favoriscono l’innovazione”, ha commentato MasterCard, dicendosi felice dell’annuncio della Cina, pur notando la mancanza di dettagli. Anche il Chief executive di Visa Scharf lo ha sottolineato: “Siamo ansiosi di conoscere i dettagli specifici dell’annuncio. Non vediamo l’ora di lavorare con i consumatori in Cina e di competere sul mercato cinese”.
LUCI E OMBRE DEL MERCATO CINESE
Luci e ombre del sistema cinese portano gli addetti ai lavori negli Usa a usare cautela: “I segnali sono incoraggianti, ma finché non capiamo che cosa significhi questa apertura della Cina, finché non ne abbiamo le prove, non si fa niente”, ha detto Myron Brilliant, executive vice president della Camera di Commercio Usa a Washington.
Due anni fa un panel dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) ha condotto una valutazione concludendo che le regole che governano l’accesso al mercato cinese dei pagamenti elettronici non garantiscono trattamento uguale alle società straniere che emettono carte di credito e debito, pur senza parlare di monopolio della UnionPay. “Vogliamo vedere le specifiche della decisione del Consiglio di Stato per capire se saranno in linea con quanto sancito dal panel del Wto”, ha detto Matt McAlvanah, portavoce del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti Mike Froman. “Gli Stati Uniti sono impegnati a far sì che la Cina apra i suoi servizi di pagamento elettronico alle società straniere a condizioni eque e paritarie”.
Una possibile difficoltà è rappresentata dal fatto che UnionPay ha una forza tale da poter resistere alla concorrenza straniera. Si è anche estesa a livello internazionale e il suo logo è comune sui bancomat e i negozi di diversi Paesi del mondo, il che vuol dire che i consumatori cinesi possono usare la stessa carta di credito che usano in Cina anche all’estero.
Infine, il mercato dei pagamenti elettronici è in rapida evoluzione perché i colossi cinesi di Internet – a partire da Alibaba e Tencent – si sono allargati in questo settore e fanno concorrenza ad UnionPay e, potenzialmente, alle altre società che dovessero entrare sul mercato cinese. Alipay, per esempio, società dei pagamenti digitali di Alibaba che i consumatori cinesi usano tramite smartphone per ogni genere di transazione, sia sui siti di Alibaba che su altri, l’anno scorso è stato usato per pagamenti di un valore complessivo di 519 miliardi di dollari.
Ciò non toglie che c’erano 1.840 miliardi di yuan (300,9 miliardi di dollari) di debiti relaitivi alle carte di credito in Cina a fine 2013, in crescita di quasi il 62% rispetto a un anno prima, secondo dati della Banca popolare cinese. E le banche nazionali hanno emesso 391 milioni di carte di credito, in crescita del 18%. Sono numeri sufficienti per entusiasmare Wall Street e per far scivolare in secondo piano gli ostacoli dell’eventuale ingresso in Cina di Visa, MasterCard e le altre.