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Perché l’economia europea guarda ad Africa e Medio Oriente

Nonostante l’instabilità politica, le minacce terroristiche e l’emergenza immigrazione, i rapporti economici tra l’Unione europea, i Paesi del Nord Africa e il Medio Oriente sono raddoppiati dal 1994. A confermarlo è un rapporto sull’economia della regione a cura dell’Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli (Issm-Cnr).

SOSTEGNO INTERNAZIONALE

Dopo le rivolte della Primavera araba, il caos si è imposto nei Paesi della regione. L’instabilità politica ed economica ha respinto gli investimenti stranieri. Per far fronte alla situazione sembra necessaria, per gli esperti, l’attuazione di riforme a favore della crescita. In questo senso, secondo la ricerca dell’Issm-Cnr, il ruolo della comunità internazionale è fondamentale: “E’ necessario che l’Europa concentri i suoi interventi presentandosi come un soggetto politico, oltre che economico. Per l’Italia, poi, si tratta di gestire fenomeni complessi come la pressione migratoria, l’irrisolto conflitto arabo-israeliano, la richiesta di asilo di popolazioni in stato di guerra”.

NUMERI IN CRESCITA

La ricerca sostiene che l’interscambio tra Ue, Paesi del Nord Africa e Medio Oriente sia passato da 70 miliardi di dollari nel 1995 a 227 nel 2012. “Le esportazioni dell’Ue sono cresciute più velocemente verso Turchia e Algeria -, dove la crescita è stata rispettivamente del 413 e 321% -, Egitto e Marocco. L’export dell’Unione nell’area europea è ora concentrato in Turchia per il 42%, Algeria (12%), Israele (10%) e Marocco (10%). I segnali positivi riguardano anche la crescita dell’interscambio dell’Italia con questi Stati, che è triplicato in diciotto anni”, ha spiegato Eugenia Ferragina, ricercatrice dell’Issm-Cnr, nella presentazione del rapporto ieri a Roma.

MANCATO SVILUPPO

L’Africa è in crescita ma le diseguaglianze economiche e sociali restano. “Il terzo dei circa 500 milioni di persone che vive nei Paesi del Nord dispone dei due terzi del Pil e dell’energia…”, prosegue la ricerca. “Sintomo di tali divari, le spinte migratorie, che si sono intensificate specialmente dall’Africa sub-sahariana verso il Maghreb, come tappa intermedia verso l’Europa, alimentate dal deterioramento ambientale e dai conflitti che le ondate di siccità hanno accentuato, caso emblematico il Darfour”.

EUROPA, IL GRANDE ALLEATO

L’Unione europea resta il grande alleato della regione. Secondo Ferragina, dall’Europa proviene “oltre il 50% delle importazioni totali e intorno al 60% delle esportazioni dei Paesi della riva sud ed est del Mediterraneo (Psem), che però rappresentano per l’Unione un mercato ancora di scarsa importanza. Complessivamente i Psem nel 2012 contribuivano a meno del 2% degli scambi totali (import più export) dell’Ue con l’estero”.

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