Pare se lo siano dimenticati un po’ tutti, a partire dal Pd che volutamente tace sull’argomento, ma se domenica l’Emilia-Romagna va al voto lo si deve al caso Terremerse che ha inguaiato la famiglia Errani. Nessuna ragione politica, quindi: le elezioni anticipate lungo la via Emilia arrivano per via giudiziaria, a seguito di un’inchiesta della magistratura dopo un articolo apparso il 17 ottobre 2009 sul il Giornale nel quale si dà conto del milione di euro erogato nel 2006 dalla Regione guidata da Vasco Errani alla cooperativa agricola Terremerse di Bagnacavallo (Ravenna), all’epoca presieduta da Giovanni Errani, fratello maggiore del governatore.
IL CASUS BELLI POLITICO-GIUDIZIARIO
Si tratta di soldi stanziati per la costruzione di una cantina a Imola (Bologna), che però non rispetta i requisiti per ottenere quel finanziamento pubblico. Scoppia così uno scandalo tutto interno alla sinistra emiliano-romagnola, che vede coinvolti a vario titolo i vertici della Regione, da sempre a guida Pci-Pds-Ds-Pd, la cooperativa ‘rossa’ Terremerse, associata a Legacoop, e il Comune di Imola.
I NUMERI DELL’INCHIESTA
In ballo c’è un milione di euro del Piano di sviluppo rurale 2005-06 della Regione. Per incassarlo occorre però costruire il nuovo stabilimento vitivinicolo da 2,5 milioni di euro entro il 30 aprile 2006. Così infatti stabilisce la Regione il 14 novembre 2005 nell’assegnare il finanziamento. Terremerse si accorge di non riuscire a stare nei tempi, e il 27 aprile 2006 (tre giorni prima della scadenza) chiede la proroga. Gli uffici di viale Aldo Moro a Bologna si mobilitano, viene fissato il 31 maggio 2006 come nuova scadenza; in quel giorno i lavori dovranno essere “completamente ultimati”, come poi la coop avrebbe dovuto certificare in Regione entro il 15 giugno 2006.
IL SERVIZIO DEL GIORNALE
“Il miracolo si compie” scrive il Giornale. Il motivo? Il Comune di Imola concede solo il 23 maggio 2006 il permesso di costruire per la cantina, che riesce però a incassare ugualmente i soldi nonostante la scadenza per terminare l’intervento fosse pochi giorni dopo. Quindi, stando alle carte, la cantina viene messa in piedi in appena otto giorni. Ovviamente nessuno ci crede, motivo per cui Terremerse – a scandalo già scoppiato – paga una sanzione di qualche migliaio di euro per sanare l’abuso edilizio (cantiere avviato senza permesso), ma si tiene il milione della Regione.
IL RUOLO DELLA REGIONE E DI ERRANI
La comunicazione di fine lavori viene infatti consegnata al Comune di Imola il 5 luglio 2007, oltre un anno dopo la scadenza prevista per il contributo. E solo l’11 gennaio 2008 alla Regione viene consegnato il certificato di conformità edilizia e agibilità. Ma il finanziamento ormai è stato ugualmente sborsato alla coop di Errani senior, e per farlo la Regione del fratello Vasco nel settembre 2006 aveva concesso alle aziende non in regola con i tempi di verbalizzare la certificazione di fine lavori presentando una fidejussione bancaria o una polizza assicurativa.
L’INCHIESTA E LE CONDANNE
La Procura di Bologna decide di vederci chiaro, perché alla sola lettura delle carte appare evidente come non siano stati rispettati i requisiti per ottenere quei soldi pubblici, incassati quindi in maniera illegittima. Nell’estate del 2010 i giornali danno conto dell’iscrizione sul registro degli indagati di Gianni Errani, poi dimessosi dalla presidenza di Terremerse. Quattro anni dopo, a fine luglio 2014, arrivano le sentenze di primo grado: Errani senior è condannato a 2 anni e 6 mesi (come chiesto dal pm) per truffa aggravata ai danni dello Stato, al progettista della cantina Gian Paolo Lucchi vengono inflitti 1 anno e 6 mesi, mentre il responsabile della sicurezza del cantiere, Alessandro Zanotti, viene assolto. “Sono di tutta evidenza gli artifici e i raggiri posti in essere nella vicenda, molteplici e tutti preordinati da mettere in inganno la Regione nel momento di erogazione del contributo” scrive nelle motivazioni il giudice Nadia Buttelli.
I DUE BINARI
La vicenda giudiziaria per il fratello minore Vasco viaggia su un altro binario. E scaturisce da quella relazione che il governatore ha fatto scrivere ai dirigenti regionali Valtiero Mazzotti e Filomena Terzini dopo l’uscita l’articolo su il Giornale, per poi spedirla in Procura. L’accusa, per tutti e tre, è di falso ideologico (i dirigenti hanno anche il favoreggiamento), per aver cioè tentato di depistare le indagini con una falsa ricostruzione dei fatti. Nel novembre del 2012 il primo grado si conclude in rito abbreviato con l’assoluzione per tutti e tre sancita dal gup Bruno Giangiacomo.
LA SENTENZA
La Procura impugna la sentenza e l’8 luglio 2014 la Corte d’Appello di Bologna condanna Errani junior a 1 anno e i dirigenti a 1 anno e 2 mesi. E’ la fine del regno di Vasco in Emilia-Romagna; dopo 15 anni alla guida della Regione, l’ex funzionario romagnolo del Pci si dimette ma tutto il Pd si schiera al suo fianco, a partire dal premier Matteo Renzi. Nelle motivazioni della sentenza la Corte presieduta da Pierleone Fochessati sostiene però che il governatore non poteva non sapere: “L’irritualità del conferimento dell’incarico (ai due funzionari, ndr) si presenta coerente con il fine personalistico e utilitaristico di tutela politica del presidente Errani e sintomatico della comune consapevolezza di questi e dei dirigenti di occultare le fraudolente irregolarità di Terremerse e le compiacenti disattenzioni delle amministrazioni”.