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Ignazio Visco, i totem fasulli e le politiche scellerate

C’era una volta il giornalismo che si abbeverava agli interventi e ai rapporti della Banca d’Italia che venivano fatti assurgere a verità rivelate.

Negli ultimi anni gli insegnamenti impartiti dalla Banca centrale a governanti, pubblicistica e cittadini erano per lo più i seguenti: il risanamento dei conti pubblici è doveroso, l’austerità è premessa della crescita, liberalizzazioni e privatizzazioni sono le basi di una virtuosa politica economica, il taglio della spesa pubblica è salutare.

Negli ultimi tempi, invece, specie da quando governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco, la musica è cambiata. Formiche.net aveva già adocchiato grazie a Stefano Cingolani novità fin dalle prime considerazioni finali ad opera di Visco e aveva scorto altre innovazioni (e rottamazioni di un bel po’ di dogmi turbo liberisti) in una recente intervista del governatore a Repubblica.

Ieri, nell’intervento tenuto da Visco alla Giornata mondiale del risparmio, il cerchio si chiude. Vedete se nei concetti fondamentali espressi dal governatore di Palazzo Koch si rintracciano le verità che abbiamo ricordato in precedenza. Ecco le frasi chiave pronunciate ieri da Visco:

Alla risposta della politica monetaria deve affiancarsi il contributo della politica di bilancio.

L’orientamento delle politiche di bilancio nazionali può essere calibrato in funzione delle condizioni cicliche; vanno promosse azioni incisive a livello comunitario.

L’assetto istituzionale europeo consente deviazioni temporanee dagli obiettivi di bilancio in caso di eventi al di fuori del controllo delle autorità di governo e di recessioni severe; queste condizioni si riscontrano attualmente in più Paesi dell’area.

È’ possibile definire a livello europeo una risposta coordinata alla crisi, a supporto della domanda aggregata, sopperendo alla mancanza di un bilancio pubblico comune.

Un’azione comune è urgente per sostenere gli investimenti pubblici, diminuiti nell’area di un quarto in quattro anni.

Non ha solo detto “scusate, abbiamo raccontato e consigliato frottole nel recente passato su euro, Europa, austerità e investimenti” perché le cariche istituzionali non consentono forse un tale livello di franchezza.

Ma bastano i fatti e i numeri a coprire di ridicolo anni di venerazione di totem fasulli e di politiche nazionali ed europee scellerate.

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