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Il Corriere della Sera allarmato per la posta di Poste

Guerra universale tra Poste e concorrenti privati, aveva titolato qualche giorno fa Formiche.net un articolo in cui si descrivevano le tensioni sul futuro del servizio universale svolto da Poste Italiane, tra minori esborsi preventivati dallo Stato, attese del gruppo controllato dal Tesoro e attese dei principali gruppi privati come Nexive.

IL LAVORO DI POSTE

Oggi è il Corriere della Sera a occuparsi della vicenda su cui palazzi romani, ministeri e operatori del settore si stanno un po’ accapigliando anche in vista del piano aziendale che sta predisponendo le Poste presiedute da Luisa Todini e l’ad, Francesco Caio.

LO SCENARIO

Il quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli fa un paragone: “Rischia di essere una nuova forma di « divide di Stato», digitale e analogico: niente Internet tout court e lettere, raccomandate e abbonamenti a singhiozzo, un giorno sì, un altro no”, ha scritto Massimo Sideri nella pagina dei commenti del quotidiano Rcs.

LA QUESTIONE DI FONDO

Il problema di fondo (l’antieconomicità di 566 uffici postali sui quali esiste anche una « black list » segretissima che viene consegnata ogni anno all’Agcom) non è nuovo – ha scritto il Corriere – la decisione sì.
“Tutto parte dalla legge di Stabilità – ricorda oggi Sideri – le Poste guidate da Francesco Caio e Luisa Todini, se non ci saranno modifiche, dovrebbero ottenere 260 milioni l’anno per il servizio universale (fino ad oggi erano circa 350, cifra che peraltro copre la metà dei costi effettivi del servizio). In cambio verrà meno il tabù della saracinesca abbassata negli uffici postali”.

I DATI DI POSTE

I numeri allo studio delle Poste dovrebbero essere questi, secondo il Corriere: chiusura di quelli della « black list » e «razionalizzazione» di altri 600. “Laddove la parola «razionalizzazione» – si legge – va intesa nella maniera più estensiva: chiusura a giorni alterni o, anche, rotazione degli operatori che potrebbero trovarsi ad aprire per alcune ore un ufficio per poi passare ad altri. In tempi di spending review quasi cronica, dal punto di vista economico, è la dura realtà dei fatti. E a onor del vero va anche ricordato che altri Paesi lo hanno già fatto. Ma dal punto di vista sociale lo Stato abdica al suo ruolo sul territorio. Le Poste sono 100% del Tesoro. E anche con la privatizzazione resteranno un servizio a fortissima valenza pubblica”.

GLI ESEMPI DEL CORRIERE

“L’asimmetria che si verrà a creare tra cittadini di serie A e di serie B non è teorica. Ecco tre esempi per tutti. 1) La posta prioritaria (che peraltro dal 1 dicembre passerà da 70 a 80 centesimi) non sarà un servizio accessibile a tutti. 2) Le raccomandate: secondo il servizio universale dovrebbero essere consegnate ogni giorno. 3) Il pagamento delle multe: pensate a dei centri dove l’ufficietto postale è l’unico luogo dove andare a saldarle, in territori dove, magari, non c’è nemmeno una connessione adatta al pagamento online . La legge dà 5 giorni per pagare con lo «sconto». Per alcuni saranno la metà”.

Ecco tutti i più recenti approfondimenti di Formiche.net sul futuro di Poste: 


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