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Il perdono

Berlusconi rovescia la realtà. Lui è pronto a “perdonare” Alfano. Ma chi non perdonerà mai lui sono i milioni di elettori che avevano creduto nella rivoluzione liberale.

Prima all’Ufficio di Presidenza poi alla presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa, Berlusconi ha messo in scena l’ennesima giravolta: ora per l’ex Cav., Matteo Salvini  può essere anche il candidato premier di un centrodestra nuovamente unito. Poi con un altro giro di 180 gradi è arrivato il possibile “perdono” per Alfano, reo di averlo “tradito” per tenere in piedi, in un momento di grande difficoltà del Paese, l’unico governo possibile. Fra l’altro quello stesso governo che Forza Italia, con il Patto del Nazareno, pur essendo all’opposizione, puntella in tutti i modi possibili e immaginabili. La contraddizione è evidente ma le contraddizioni, parlando di Berlusconi, non fanno più storia. Quello che invece ci interessa sottolineare è il “perdono” ad Alfano. Non sappiamo, e francamente non ci interessa nemmeno tanto sapere, se e come Alfano sarà disposto a farsi perdonare.  Sappiamo però una cosa. Chi non è disposto a perdonare sono tutte quelle persone che, credendo in Berlusconi e nella sua promessa di una rivoluzione liberale, lo hanno votato fino ad ieri.  Milioni e milioni di persone che nel 2008 avevano dato al Cav. una maggioranza che non si era mai vista, nemmeno ai tempi di De Gasperi. E scusate l’ardire del paragone. Ebbene quel consenso oceanico è stato dilapidato con una politica che era l’esatto contrario di quella per la quale si erano chiesti i voti, con la scelta al vertice di troppi “nani e ballerine”, con un comportamento indegno non tanto sul piano morale, non ci interessa, quanto su quello dell’opportunità e del decoro che per chi rappresenta un Paese non è cosa secondaria.

I voti che Forza Italia perde, elezione dopo elezione,  sono la dimostrazione più lampante di un perdono impossibile. E’ stata persa un’occasione storica che forse non si ripresenterà mai. Una cosa comunque è certa. Oggi se c’è una  sola possibilità di vedere rinascere una forza moderata potenzialmente vincente, questa non passa certo per Berlusconi. Né in forma diretta né indiretta. La sua sola presenza in campo costituisce un handicap. E francamente dispiace. In fondo, anche chi non lo può perdonare non può fare a meno di volergli un po’ di bene se non altro per il sogno che ha regalato. E vederlo oggi così, ondivago, incerto, senza prospettiva, dal punto di vista politico,  dispiace e rattrista.

Sapersi ritirare al momento opportuno è un’arte che pochi sono in grado di praticare.



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