La Camera Costituzionale della Corte suprema libica ha sentenziato il 6 novembre l’invalidità del settimo emendamento alla Dichiarazione costituzionale, che contiene ciò che è noto come le proposte della Commissione di Febbraio, approvate dal Congresso Nazionale Generale l’11 marzo 2014. L’emendamento ha fornito la base per l’elezione della Camera dei rappresentanti nel giugno scorso. La sentenza della Corte ha comportato lo scioglimento della Camera dei rappresentanti e l’invalidità del settimo emendamento. Questa disposizione e il conseguente rifiuto della sentenza da parte della Camera dei Rappresentanti hanno aggravato la situazione della sicurezza e aumentato la polarizzazione tra tutte le parti in causa.
La sfida politica libica richiede oggi un’attenta e precisa pianificazione per affrontare le possibili conseguenze negative militari e politiche. Tra queste:
1) il rifiuto da parte di alcuni membri del parlamento e del governo di accettare la sentenza del tribunale,
2) il ritorno di un rianimato Congresso Nazionale Generale sulla scena politica,
3) il proseguimento della guerra a Bengasi e in alcune regioni occidentali e meridionali del Paese.
La fase successiva richiede fortemente un consenso politico attorno al quale tutte le parti si possano radunare per ripristinare la stabilità in Libia fino a quando non si potrà adottare una nuova costituzione e condurre le elezioni generali. Ma raggiungere quel consenso sfuggente rimane un’impresa apparentemente insormontabile.
Un certo numero di opzioni potrebbe contribuire a risolvere la crisi attuale, evitare una guerra civile catastrofica e la potenziale frammentazione del Paese. Le opzioni fornite di seguito hanno lo scopo di costituire un governo di unità nazionale che tutte le parti coinvolte in Libia potrebbero sostenere. Il governo di unità suggerito porterebbe guidare la Libia durante la fase di transizione fino al completamento della costituzione e alle elezioni generali. Avrebbe obiettivi limitati e le competenze per affrontare i problemi direttamente correlati alla stabilità, alla sicurezza, ai servizi di base e supervisionare il referendum costituzionale e le elezioni generali.
Ci sono cinque possibili modi in cui la situazione potrebbe dispiegarsi:
1. Partendo dal presupposto che il Congresso Nazionale Generale (GNC) rimane l’autorità legislativa del Paese e che la Camera dei Rappresentanti sia sciolta, il GNC deve scegliere un governo di unità nazionale che coinvolga i diversi concorrenti politici. Il GNC dovrebbe restare sulla sospensione obbligatoria fino a quando non passa al potere un nuovo istituto legislativo, come determinato dalla costituzione.
2. Supponendo che non sia operativa nessuna istituzione legislativa del Paese, uno scenario in cui sia il GNC sia la Camera si dissolvono, le Nazioni Unite dovrebbero assumere un ruolo di primo piano. Se si realizzerà questo scenario, il vuoto politico sarebbe di grande destabilizzazione per la Libia; per la prima volta dopo la rivoluzione, il Paese non avrebbe alcun organo legislativo. La comunità internazionale sotto l’egida delle Nazioni Unite dovrebbe immediatamente convocare una riunione tra gli attori politici e militari libici per concordare la formazione di un governo di unità nazionale e impegnarsi per sostenerla. Questa operazione potrebbe richiedere tempo e provocare il disaccordo tra i partecipanti, in particolare allo stato attuale dell’aperta violenza politica.
3. I membri della Camera dei rappresentanti, eletti in modo equo e con la fiducia del popolo, potrebbero costituire un’entità composta dai tre ai cinque membri di ciascuna delle tredici circoscrizioni elettorali. Questi membri sarebbero scelti in base al maggior numero di voti ricevuti nel loro distretto. Questa entità sarebbe incaricata unicamente con la scelta dei membri di un governo di unità nazionale, non possedendo poteri legislativi alcuni e ricevendo il pieno sostegno internazionale per svolgere la propria attività.
4. Supponendo il proseguimento sia del GNC sia della Camera dei Rappresentanti, due camere legislative con uguali poteri, entrambi dovrebbero rinunciare alla loro autorità legislativa e limitare il loro ruolo alla selezione di un governo di unità nazionale, che deve essere approvato da entrambe le camere con una maggioranza semplice. I leader di entrambe le camere, potrebbero negoziare la formazione e la selezione del governo prima di inviarlo per l’approvazione, dopo di che entrambi i corpi sarebbero costretti alla pausa obbligatoria.
5. In alternativa, se sia il GNC sia la Camera dei Rappresentanti non conservassero più la propria legittimità, la Corte Suprema o la Commissione superiore della magistratura potrebbero essere scelti per formare il governo di unità nazionale.
Affinché uno di questi scenari possa avere possibilità di successo, sarebbe necessario un immenso sostegno da parte della comunità internazionale, sotto la guida delle Nazioni Unite e le principali fazioni in causa in Libia.
Indipendentemente da quale scenario si realizzi, i principali soggetti interessati dovranno convocare una riunione tra i principali attori politici e militari libici così da intraprendere una tabella di marcia con le seguenti operazioni:
– Costituire un governo di unità nazionale
– Intraprendere un dialogo nazionale tra le varie parti in causa sotto la leadership delle NU così da:
1. determinare come meglio supportare il governo di unità nazionale senza interferire però con il suo lavoro
2. raggiungere l’accordo su un cessate il fuoco permanente per smilitarizzare Tripoli e Bengasi e mettere in sicurezza le installazioni chiave del Paese, compresi i porti e gli aeroporti. Questo passaggio critico dovrebbe idealmente essere effettuato con il sostegno della comunità internazionale, sotto la guida delle Nazioni Unite.
3. Discutere l’integrazione dei Lybian Shields e delle altre milizie per gettare le basi per una Guardia nazionale libica.
– Completare la bozza della costituzione e condurre un referendum pubblico per la sua adozione
– Effettuare elezioni generali ai sensi delle disposizioni della costituzione post-rivoluzione di nuova adozione.
La via da intraprendere per la Libia richiede compromessi e sacrifici da tutti i partiti, perché nessuno sarà in grado di risolvere la situazione con l’uso della forza. I libici sono stanchi della carneficina senza fine, dello spargimento di sangue e della distruzione che ha avuto luogo nel corso degli ultimi quattro anni. È tempo per tutti i libici di fare un passo avanti e dimenticando le differenze per unirsi e salvare il loro Paese prima che sia troppo tardi.
Mustafa A.G. Abushagur è ex vice Primo ministro ad interim della Libia e membro della Camera dei rappresentanti del Paese
Karim Mezran è Senior Fellow presso il Rafik Hariri Center for the Middle East di Washington DC
(analisi originale pubblicata in inglese sul sito dell’Atlantic Council)