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Federica Mogherini, ecco le prime interviste da Lady Pesc

Prima del  suo primo viaggio in Medio Oriente come Alto Rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri, Federica Mogherini, ha incontrato all’undicesimo piano di Palazzo Berlaymont a Bruxelles i giornalisti di cinque testate per concedere un’intervista congiunta. Un’ora e mezza passata con i corrispondenti dalle istituzioni europee di Le Monde, La Stampa, El Pais, The Guardian, Süddeutsche Zeitung e Gazeta Wyborcza. 

Il primo cambiamento adottato dalla nuova responsabile della diplomazia europea è stato trasferire il suo ufficio dal Servizio europeo di Azione estera, più rappresentativo degli Stati membri, alla Commissione europea. Pochi metri di distanza, che hanno però una forte carica simbolica. Mogherini vuole che la politica estera europea smetta di essere un coro di 28 componenti per avere un’unica voce.

A FAVORE DI UNO STATO PALESTINESE

Per Mogherini la priorità è riprendere il dialogo tra Israele e Palestina. Mai come oggi la situazione è critica. “Per la prima volta sento che c’è il bisogno che l’Unione europea sia presente perché ci siano progressi. Può darsi che non sia stato così in passato, ma la politica estera europea ha un enorme potenziale ed è uno degli ambiti nei quali sarà facile parlare con una sola voce”.

La Svezia è diventata la scorsa settimana il primo Paese dell’Unione europea a riconoscere la Palestina come Stato. Il Parlamento britannico e il Senato irlandese hanno chiesto lo stesso ai loro Primi ministri. Mogherini ha riconosciuto una certa irritazione nell’opinione pubblica europea per la mancanza di passi avanti in Medio Oriente. Il titolo della Stampa è “La mia missione comincia da Gaza e Tel Aviv”, mentre Le Monde ha titolato “Sarei felice se ci fosse lo Stato palestinese alla fine del mio mandato” ed El Pais “Il mio obiettivo è avere uno Stato palestinese”. Le altre testate hanno dato priorità alla crisi in Ucraina.

LA MINACCIA REGIONALE DI ISIS

Con una tesi di laurea sul rapporto tra politica e Islam, Mogherini non ha fatto commenti diretti sulla minaccia globale dello Stato Islamico e prova ad inserirla in un contesto regionale: “Si tratta probabilmente della più difficile situazione mai vista in Siria, Irak, Libano, Egitto, Libia…”. Riconosce però che l’Isis segna un prima e un dopo nel mondo arabo.

TRA RUSSIA E UCRAINA

Settimane prima della nomina europea, Mogherini si è guadagnata non pochi nemici nell’Europa dell’Est a causa delle deboli dichiarazioni su Vladimir Putin riguardo la crisi ucraina. L’Italia è stato uno dei pochi Paesi a non volere le sanzioni economiche contro la Russia.

Ora però ha cambiato idea. Sa che la posizione di Putin mette a rischio gli accordi politici siglati il 5 settembre: “La Russia non ha parlato di rispetto delle elezioni (dei separatisti in Ucraina, ndr) e questo non è un buon segnale. Non chiudiamo gli occhi. Possono esserci conseguenze politiche nelle prossime settimane; dobbiamo valutare la situazione con i ministri degli Affari esteri”, ha detto Mogherini.

L’ARTE DI ASCOLTARE

Nessuno dei dossier di Lady Pesc sarà facile. Neanche quello in apparenza semplice, con il partner più importante dell’Unione europea, gli Stati Uniti, sul trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti, il Ttip, su cui c’è una trattativa tra Bruxelles e Washington: “È cruciale firmarlo per motivi politici ed economici”. Senza abbandonare il suo ottimismo, Mogherini insiste che “è importante ascoltare prima. È essenziale che i Paesi europei adottino un’iniziativa comune e parliamo con una sola voce”.

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