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Paul Richard Gallagher, chi è il nuovo ministro degli Esteri di Papa Francesco

E’ arrivata un po’ a sorpresa e, soprattutto, è stata oscurata dalla “rimozione” del cardinale americano conservatore Raymond Leo Burke che Papa Francesco ha trasferito dalla guida del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica, il massimo organo giudiziario del Vaticano, all’Ordine dei Cavalieri di Malta in qualità di patrono. Ma la nomina dell’inglese Paul Richard Gallagher alla carica di “Ministro degli Esteri” vaticano al posto dell’arcivescovo corso Dominique Mamberti segna il completamento della riforma della diplomazia vaticana, iniziata con l’allontanamento del cardinale Tarcisio Bertone.

DAI BEATLES ALLA FARNESINA D’OLTRETEVERE

Il nuovo responsabile della seconda sezione della Segreteria di Stato, quella delegata alla gestione dei rapporti con gli Stati, non è certo uno dei prelati più noti al “grande pubblico”. Anzi, basti pensare che ad oggi, nonostante una lunga esperienza al servizio della diplomazia vaticana, non esiste una sua biografia su Wikipedia. C’è però un aspetto curioso nella sua biografia: il sostituto di Mamberti, infatti, è nato nello stesso quartiere di Liverpool in cui i Beatles hanno iniziato la loro carriera.

DIPLOMAZIA DI FRONTIERA

Nominato nunzio apostolico in Australia da Papa Benedetto XVI in un momento particolarmente delicato per la Chiesa australiana, scossa da alcuni casi di pedofilia, Gallagher presenta quel profilo di sacerdote che Papa Francesco “sponsorizza” sin dall’inizio del suo pontificato: sembra, infatti, che il nuovo “Ministro degli Esteri” condivida con Bergoglio l’opzione preferenziale per i poveri e abbia fatto della sobrietà il suo stile di vita e di azione pastorale. Un profilo, quest’ultimo, che trova conferma nel suo curriculum “professionale”: ha prestato servizio in tutti e cinque i continenti, spesso in paesi particolarmente “difficili”, quali Burundi, Tanzania, Filippine e Guatemala.

L’INCONTRO CON BERGOGLIO E PAROLIN

Ed è proprio in Guatemala, nel 2009, che Gallagher ha incontrato l’allora arcivescovo di Buenos Aires Bergoglio che, una volta salito al soglio di Pietro, si è ricordato di lui per questa importante carica. Uomo di grande esperienza e competenza, laureato in diritto canonico come la maggior parte dei nunzi, Gallagher è un profondo conoscitore delle dinamiche interne della Segreteria di Stato avendoci lavorato per alcuni anni proprio in stretta collaborazione con l’attuale Segretario di Stato Pietro Parolin. E sembra che sia stato proprio Parolin uno dei suoi principali “sponsor” con Papa Francesco per la sostituzione di Mamberti, anche se non è possibile inquadrarlo all’interno di specifiche cordate, progressiste o conservatrici che siano.

I DOSSIER SUI TAVOLI VATICANI

Quello di Segretario per i Rapporti con gli Stati è uno dei posti chiave all’interno della diplomazia vaticana. E’, infatti, uno dei due vice del Segretario di Stato (l’altro è il Sostituto per gli affari interni) e deve gestire i dossier più delicati nei rapporti internazionali. A lui, quindi, il compito di aiutare Papa Francesco, insieme al cardinale Parolin, a districarsi in tutte quelle questioni riguardanti, in particolare, la drammatica situazione dei cristiani in Siria ed in Iraq e i rapporti con la Cina dove i cattolici fedeli al Vescovo di Roma sono schiacciati dalla Chiesa nazionale cinese. Ma, forse, è proprio a lui che Papa Francesco si rivolgerà nei prossimi giorni in vista della visita al Parlamento europeo, prevista per il 25 novembre, dal momento che Gallagher è un grande esperto di questioni europee e diritti umani avendo prestato servizio presso il Consiglio d’Europa.

IL GALLAGHER PENSIERO

Appresa la notizia della sua nomina, si è dichiarato “onorato” per la scelta di Papa Francesco ma, al contempo, non ha negato una certa “paura” per una responsabilità così importante. Parole pronunciate nel corso di un’intervista con la sezione inglese della Radio Vaticana, ai microfoni della quale non ha mancato di illustrare la propria idea di diplomazia vaticana: “essere un diplomatico papale è una vocazione all’interno della Chiesa estremamente valida in grado di fornire un importante contributo alla Chiesa in termini di comunicazione, rappresentanza, capacità di descrivere le condizioni delle Chiese locali a Roma così come in termini di capacità di descrivere Roma alle Chiese locali”.

IL CASO AUSTRALIANO

La nomina di Gallagher alla Segreteria di Stato sta iniziando a creare alcuni malumori tra le vittime di abusi sessuali perpetrati da esponenti ecclesiastici. Mandato in Australia da Benedetto XVI proprio per far fronte ad alcuni scandali legati alla pedofilia che avevano colpito la Chiesa australiana, Gallagher, come riportato da un quotidiano inglese, si sarebbe rifiutato inizialmente di collaborare con gli investigatori che svolgevano indagini su abusi sessuali commessi da due preti australiani ai danni di un centinaio di bambini, appellandosi all’immunità diplomatica. Il nome di Gallagher viene citato, inoltre, da un rapporto delle Nazioni Unite nel quale si scrive che “la Santa Sede mostra ancora alcune resistenze” nel collaborare con le autorità civili con riferimento ai casi di pedofilia che vedono il coinvolgimento di sacerdoti.

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