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Periferie e spleen

Nelle periferie di cui tanto oggi si parla perché l’attualità vi ha portato i riflettori, tra le tessere del puzzle del degrado, c’è certamente quella degli ubriachi che alla sera vi fanno da tristi comparse. Le città, in questa sempre più confusa divisione tra periferia e centro, come ha ricordato tempo fa Francesco Merlo, in occasione del suo viaggio per le periferie di Roma fatto con l’architetto Renzo Piano, per cui, appunto, non esiste più un contorno che permetta la distinzione dell’una e dell’altro, in un tutto indistinguibile che spaesa e disorienta, diventa claustrofobica. Espelle, marginalizza, impoverisce di benessere e di qualità della vita il povero che, non potendo “permettersi”, è costretto a vivere dei servizi che lasciano sempre a desiderare.
Eppure lontano dai grandi centri, in provincia, dove tutto pare pulsare di dinamica vitalità, dove tutto le distanze, i rapporti umani sono misura d’uomo, dove come diceva Pavese c’è sempre qualcuno che ti riconosce, esiste comunque un’insoddisfazione diffusa. Chi vi abita sente insopportabile quel vivere fuori dagli eventi, dalle suggestioni di centralità che la città ai loro occhi sembra avere. Nel triveneto ad esempio, in quel Nord-est meccanicissimo e operosissimo, in ragione della necessità di produrre e vendere, di trainare con la forza di una vietnamita parcellizzazione delle attività artigianali e piccolo industriali si è sacrificato anche molto territorio, molta campagna per farne capannoni, recinti e strade. Quando il cielo si fa torvo e cala plumbeo di nuvole gravide fino a ridosso alle teste, e la pioggia scende mettendoci le sbarre alle imposte da cui guardiamo fuori l’ubriacarsi degli sfridi di terra scampati al cemento, ci pervade un senso di angoscia. Ci sentiamo pipistrelli che non sono più capaci di vedere di notte. Andiamo sbattendo tra le mura della nostra casa, sola, che le sbarre di pioggia hanno isolato da tutte le altre. Dalla comunità. Ci ubriachiamo in provincia e diventiamo un’altra tessera del puzzle del degrado da giuntare a quella delle periferie della città.

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